Dopo le vendite record di Sotheby’s, una delle più importanti case d’asta del Regno Unito, gli NFT sbarcano nel mondo dell’arte mainstream Italiana. L’asta di Pandolfini ha proposto una vasta selezione di opere, tutte appartenenti al mondo dell’arte digitale – la cosiddetta arte crittografica– del tutto diversa da quella che propone versioni digitali di opere d’arte tradizionali come le riproduzioni del tondo doni di Michelangelo. L’evento ha permesso di allargare il bacino di acquirenti, andando ad includere oltre i giovani under 30 anche i collezionisti classici appassionati di arte tradizionale.
Molti sono gli artisti che si sono già fatti strada nel mondo degli NFT. Tra questi ci sono Peter Gric, con le sue opere quotate a partire dai 3000/10 000 euro e A.L. Crego, le cui opere si incentrano su un’estetica retro-futuristica. Ma l’artista più emergente è sicuramente Beeple, a cui appartiene l’opera più famosa “Everyday: the first five thousand days”.
Il mondo degli NFT si muove sì in un contesto digitale ma và ben al di là della cryptoart. Per fare un esempio, un’azienda tedesca ha creato “il profumo del metaverso”, un spettogramma digitale dell’essenza, mentre uno dei fondatori del web ha venduto il codice sorgente di internet per 4,7 milioni di euro. Per assurdo, è stato venduto come NFT anche uno sketch del Saturday Night Live, programma televisivo statunitense, che si è fatto beffe dello stesso fenomeno. Gli NFT non si limitano quindi ad opere d’arte, ma possono includere anche semplici gif, tweet o persino immagini di fumetti.
Anche in questa realtà, come per l’arte moderna a definire il valore e la qualità dell’artista è il suo curriculum, quindi visibilità a livello di mostre ed esibizioni, ma anche il suo riscontro sui social.
NFT: COSA SONO?
NFT, dall’inglese “Non-fungible Token” che tradotto significa “Gettone non copiabile”, ossia un qualcosa di unico che non può essere sostituto da altro. Più precisamente, un NFT è un qualsiasi contenuto digitale – un’immagine ma anche una canzone o una sinergia tra le due – a cui è collegato un certificato di unicità registrato su una blockchain, quali sono Bitcoin o Ethereum. Per fare un esempio, la Gioconda è un’opera insostituibile dato il suo valore artistico e non solo.
Chi acquista un NFT non acquista tanto l’opera in sé quanto la possibilità di poter rivendicare un diritto su di essa.
NFT: DALLE ORIGINI FINO AD OGGI
La storia degli NFT si può dire essere iniziata nel 2014 quando Kevin McCoy ha coniato il suo token non fungibile “quantum” ancora prima che il mercato delle criptovalute esplodesse.
L’idea degli NFT nasce da quella che viene chiamata “moneta colorata” dall’inglese “colored coin”, inizialmente emessa sulla blockchain di bitcoin nel 2012/2013. Le monete colorate sono token che rappresentano le risorse del mondo reale sulla blockchain e possono essere usate per dimostrare la proprietà di qualsiasi risorsa, dalle automobili fino agli immobili e alle azioni.
Nel 2017 John Watkinson e Matt Hall creano Larva Labs, una raccolta di personaggi generati in modo univoco sulla blockchain di Ethereum. Il nome del progetto prende il nome di Cryptopunks e dal suo lancio ha scambiato oltre 783.000 Ethereum (che equivale a 2.489.595.480 dollari) e la raccolta di 10 000 avatar è attualmente di proprietà di 3.300 proprietari unici.
Nel 2021 Mike Winkelmann, alias Beeple, ha venduto il suo NFT “Everyday: The first 5000 days” per 69 milioni di dollari da Christie’s, la più grande casa d’aste al mondo, diventando il prima artista a vendere un NFT in una casa d’aste. Questo ha aperto le porte alla vendita di molte altre opere digitali che quindi non hanno rappresentato solo una tendenza passeggera.
LA PSICOLOGIA DIETRO GLI NFT
Gli NFT possono rappresentare un case study perfetto per strategie di marketing, in quanto il loro valore intrinseco è stabilito in base al desiderio di qualcun altro di acquistarli. Inoltre evidenziano perfettamente tre concetti di psicologia comportamentale: Scarsità, prova sociale e segnalazione.
Scarsità: uno dei concetti economici e psicologici più famosi. Man a mano che l’offerta diminuisce, la domanda aumenta. Le persone tendono a volere risorse che sono difficili da ottenere. Gli NFT sono un caso particolare di scarsità in quanto è artificiale, per la maggior parte degli NFT non ci sono vincoli di materie prime, costi di produzione o distribuzione. Tuttavia, i produttori di NFT limitano l’offerta e il senso di limite ed esclusività sono ciò che li rende affascinanti.
Prova sociale: essendo le persone influenzate pesantemente dal comportamento della società, specialmente ruoli modello, i venditori degli NFT hanno fatto un buon lavoro nell’introdursi nella cultura delle celebrità. Le numerose celebrità che hanno acquistato un NFT (Eminem, Jimmy Fallon etc.) aggiunge legittimità e alza i prezzi.
Segnalazione (Signaling): Alle persone piace mostrare il proprio status, per mostrare il rango sociale o l’ambiente a cui appartengono. Molti quindi comprano NFT per poi mostrarli sui social media.
GLI EFFETTI DEGLI NFT SULL’AMBIENTE
I marketplace per gli NFT più popolari conducono le vendite utilizzando Ethereum anche se si stanno espandendo andando ad includere anche concorrenti come Flow Blockchain, Binance Smart Chain, TRON ed EOS.
Ethereum ha un sistema simile a quello di Bitcoin e una delle cose che li accomuna è l’alto consumo di energia. Alcuni infatti dichiarano che gli NFT aumentino l’inquinamento causato dalle blockchains.
Per la gestione delle blockchain, è necessario un sistema molto complesso, che sia in grado di interconnettere una grande quantità di computer nello stesso momento. I dati indicano che l’energia combinata usata da Bitcoin ed Ethereum è pari a più di 317TWh di energia in un anno. La stessa energia che impiega uno stato come quello della Serbia.
Joanie Lemercier, artista francese, ha calcolato che vendere un NFT equivale ad alimentare il suo studio d’arte per due anni. Si stima che la vendita, durata solo dieci secondi, abbia consumato 8,7 megawattora di energia.
Molti sono preoccupati che l’aumento delle transazioni sulla piattaforma di Ethereum potrebbe aumentare anche le emissioni di carbonio.
È evidente quindi che per poter sostenere la popolarità che aumenta ogni anno di più, è necessario a passare a fonti di energia più pulite.