Economia

Mercati nel caos, oggi come la crisi del 2008. Cosa imparare dal passato

Economia

Gli articoli che trovate accompagnate a queste mie poche righe raccontano una storia che ormai fa parte di un passato che per molti sembra remoto. La data precisa della pubblicazione di quest’inserto è quella di domenica 21 settembre 2008. Lehman Brothers è fallita pochi giorni prima, il 15 settembre per la precisione, aprendo un baratro ancor più profondo in una crisi che sembrava già difficile e complicata. 

Il mio amico Alessandro Plateroti allora Vice Direttore del Sole24Ore, nel pezzo di spalla scriveva:

Dodici banche commerciali fallite, i vertici di otto delle 10 più importanti istituzioni finanziare del mondo licenziati in tronco. La quinta banca di investimenti d’America (Bearn Stearns) venduta sotto la regia della FED. La quarta, Lehman Brothers, finita in bancarotta dopo 158 anni di storia. E poi il dramma nazionale del tracollo di Freddie Mac e Fennie Mae, i garanti dei mutui di 200 milioni di famiglie americane”.

Plateroti accenna solo al momento difficle che il mondo economico finanziario sta vivendo in quelle ore. 

 

Sembrava la crisi delle crisi. Una che più grande non c’è nè. Le immagini dei dipendenti che abbandonavano la sede di Lehman Brothers con gli scatoloni dei loro effetti personali tra le mani, ha fatto il giro del mondo ed è diventata un’icona di quel periodo.

Tornando all’inserto del Sole24Ore un occhiello della pagina riportava la domanda che i giornalisti di allora si facevano spesso. Gli investitori compreranno ancora il Debito Pubblico americano? Come a dire compreranno i titoli di stato americani? Insomma molte notizie che quedsto inserto riporta ci fanno ripensare a quello che stiamo rivivendo oggi.

Provate a fare un gioco.

Prendete uno degli articoli del Sole24Ore di oggi e mettetegli il titolo di uno di quelli di allora. Vi renderete conto che non cambierà quasi nulla. 

Ma a distanza di tanti anni rileggere il passato ci aiuta a capire il futuro.

Se prendiamo il grafico riportato in calce alla prima pagina dell’inserto titolato: così il grande shock ha colpito le borse, e andiamo a valutare i numeri di ieri rispetto a quelli di oggi, ci rendiamo conto che: il valore di 13.692 miliardi di quei giorni della Borsa americana oggi sono cresciuti fino a 35.000 miliardi. Capite che corsa c’è stata? E in una delle pagine interne c’è un altro grafico che ci aiuta a capire: è quello del valore di alcune delle aziende americane.

 

Goldman Sachs da allora è cresciuta il doppia e Morgan Stanley addirittura più del doppio. Insomma, chi avesse investito in quei giorni che sembravano presupporre una crisi inimmaginabile oggi si ritroverebbe con dei risultati straordinari.

 

Ma chi, in quelle ore di buio, credeva che sarebbe tornata la luce?

Chi ci credeva quando il Sole24ore titolava “Il diario di un crack”?

Quello era un messaggio forte, deviante, disorientante. Ma era riportato solo dai giornali non esistendo ancora gli smartphone, non ricevevevamo continuamente mille notizie che ci condizionavano negativamente come il trafiletto che leggerete qui sotto. 

“15 settembre, il lunedì nero. Wall Street le piazze europee dopo la notizia del crack di Lehman e il salvataggio di Merrill, bruciano in un giorno 825 miliardi di dollari: 125 sono quelli che se ne vanno in fumo nei listini del vecchio continente.il resto è tutto in capo alla piazza di New York. Il Dow Jones cede il 4,4% si tratta della sesta perdita più importante di tutti i tempi. Aig, il colosso americano delle assicurazioni crolla e chiude con un ribasso del 61% in un’unica sessione.”

Il fallimento di Lehman scatena il panico borsistico.

 

Il fallimento della Banca d’Affari americana diventa uno spartiacque dei tempi, quelli del prima con quelli del dopo. La sfiducia colpisce i mercati che perdono nei mesi successivi fino al 50%. Sembra che la finanza stia lì lì per scomparire.

Il Petrolio va sempre più giù. Il Mondo rallenta, quasi si ferma. Le luci si spengono forse per sempre. Ed invece, come sono risaliti i valori di capitalizzazioni delle borse e i valori delle capitalizzazioni delle banche di allora, anche gli indici hanno ripreso prima a respirare, poi a passeggiare, quindi a correre.

Nonostante i cali di questi ultimi giorni, da quel settembre del 2008 lo S&P500 ha guadagnato il 230%

Ma quanti di noi hanno guadagnato tanto?

Quanti hanno cavalcato la crescita del mercato successiva alla crisi?

Quanti cavalcheranno quella che arriverà dopo la crisi attuale?

Quanti avranno il coraggio di investire quando tutto sembra così buio, tanto buio che la notte sembrerebbe non passare mai?

 

Leopoldo Gasbarro, 10 maggio 2022

 

 

 

 

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