Economia

Pace fatta, Ita Airways entra nell’hangar Lufthansa

Il Tesoro piega le richieste dei tedeschi, che rinunciano allo sconto. Accordo trasmesso a Bruxelles, entro due mesi il via

Ita Airways

Roma respinge le pretese di Berlino. Lufthansa rinuncia al preteso sconto per imbarcarsi su Ita Airways e le due compagnie aeree si avviano verso la prevista fusione. Il prossimo passo sarà tra due mesi, quando l’erede della vecchia Alitalia, che è invece ormai fallita,  entrerà ufficialmente nell’orbita del gruppo tedesco.

La pace è stata siglata nella notte di ieri. Quando il ministero del Tesoro, attuale azionista unico di Ita, ha spedito alla Concorrenza Ue gli accordi correttivi già concordati lo scorso 3 luglio specificando che le “condizioni economiche previste non hanno subìto variazioni rispetto all’accordo già siglato”.

Si tratta dell’occhiuta authority guidata da Marghrete Vestager, con cui Ita e Lufthansa hanno condotto oltre un anno di braccio di ferro per contrattare un accordo di nozze che, secondo la Unione europea, non ledesse la concorrenza e quindi favorisse i consumatori.

Peccato che seguendo le idee della commissaria uscente Vestager, che evidentemente guarda solo in seno all’Unione anzichè allargare lo sguardo a quello che accade fuori dalla porta di casa, non solo i prezzi restano salati ma il Vecchio continente si ritrova senza nessun vero big di respiro mondiale.

Errori di miopia quelli di miss Vestager che stiamo pagando e che pagheremo pesantemente dal punto di vista strategico e occupazionale, condannati al nanismo industriale e quindi a non essere competitivi con Stati Uniti e Cina. Ma questa è un’altra storia.

Torniamo a Ita-Lufthansa. Pochi giorni fa il Mef, davanti alle pretese dei tedeschi sborsare una decina di milioni in meno, si era rifiutato di sottoscrivere l’accordo. A indispettire non era stato tanto l’importo ma il metodo, perchè avrebbe significato accettare da subito un ruolo non solo subalterno ma da agnello da immolare al primo vento sfavorevole.

Ora, dopo giorni di lavoro diplomatico italiano e posti davanti alla concreta possibilità che saltasse tutto, i tedeschi hanno desistito e la fusione può procedere. Le due compagnie e il Mef attedono quindi “con fiducia” l’approvazione definitiva della Commissione europea per procedere al closing dell’operazione.

Lo schema finanziario concordato vedrà prima Lufthansa acquistare il 41% di Ita con un aumento di capitale riservato da 325 milioni e in prospettiva rilevare il restante 59% per altri 504 milioni diventandone l’unico proprietario.

Il gruppo tedesco, che aggiudicandosi Ita diventare la prima realtà aerea su scala europea, stacca quindi un assegno complessivo da 829 milioni. Il denaro versato in fase di aumento di capitale non va però nelle casse del Tesoro ma resta nella pancia della compagnia area per favorirne lo sviluppo.

Fin da subito si era capito che Ita sarebbe stata troppo piccola per stare da sola sul mercato, anche perchè le rotte più profittevoli sono da sempre quelle di lungo raggio, cioè intercontinentali. Indispensabili poi le economia di scala sia in fase di acquisto degli aerei per avere forza contrattuale sul prezzo sia sui ricambi.

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A giocare a vantaggio di Ita c’è invece l’ormai prossima occasione del Giubileo, da cui si attende il tutto esaurito di turisti a Roma probabilmente con ricadute positive in tutto il paese in termini di incoming. In ogni caso oggi Ita una realtà piccola ma industrialmente sana, che studia di tornare a far volare anche  il brand Alitalia.

I rimedi stabiliti con la concorrenza Ue vanno dalla cessione a easyJet di alcuni preziosi slot giornalieri da Linate all’apertura ai concorrenti di Air France-Klm e British Airways-Iberia di tredici rotte, di cui dieci europee e tre intercontinentali.