Un modo per valutare l’impatto macroeconomico di Covid è guardare al tempo necessario per recuperare le perdite di PIL causate dalla pandemia. In un’analisi più stilizzata, qui guardiamo a quanta parte della recessione nel 2020 è stata recuperata dalla crescita del PIL fino al 2022 per una gamma di mercati emergenti. Più profonda è la contrazione causata dalla pandemia e più lenta è la ripresa, più tempo ci vorrà per tornare ai livelli pre-Covid, implicando potenziali sfide economiche, politiche e sociali.
Contrazioni e previsioni crescita del PIL nel mondo
Quindi, ad esempio, prendi il Messico. La crescita del PIL reale è prevista per lo scorso anno a -8,5%, una delle contrazioni maggiori nei mercati emergenti più grandi. La crescita è prevista al 4,3% quest’anno e al 2,5% nel 2022. Ciò significa che entro la fine del 2022 il Messico avrà recuperato solo l’80% (= 6,9 / 8,5) della recessione dello scorso anno. Al contrario, le Filippine hanno registrato una contrazione più profonda del 9,6%, ma si prevede che la crescita raggiungerà una media di circa il 6,6% nel 2021-22. Entro la fine del 2022, le Filippine avranno più che recuperato il PIL perso nel 2020, circa il 140% (= 13,5 / 9,6).
Le ultime previsioni sul PIL dell’FMI
Nel suo aggiornamento WEO di gennaio ci consentono di farlo per un piccolo gruppo di mercati emergenti su base coerente (19 paesi).
Il chiaro vincitore è il Pakistan (1390%), seguito da Indonesia, Corea del Sud, Kazakistan e India. Ma l’India è unica tra queste cinque, e degna di una menzione speciale, in quanto ha sofferto di più lo scorso anno, con una recessione molto più profonda (-8,0%) rispetto alle altre (da circa -0,5% a -3%). Ed è anche per vedere la ripresa più rapida ovunque tra i principali ME, con una crescita dell’11,5% quest’anno, il che significa che recupererà più che le perdite dello scorso anno quest’anno. Solo le Filippine si avvicinano a questa performance, in termini di profondità della recessione e dimensioni della ripresa, seguite dalla Malaysia.
I perdenti, che vedono riprese molto più lente da recessioni profonde, sono il Sud Africa (recuperando solo il 56% della contrazione del PIL), l’Argentina (70%) e il Messico (81%). La Nigeria invece si riprende più che dalla sua lieve recessione con una ripresa alquanto tiepida (126%).
E per contestualizzare, uscendo dal campione, si guardi alle Bahamas – forse indicative di altre piccole nazioni insulari e dipendenti dal turismo – per le quali il FMI ha appena concluso il suo ultimo Articolo IV (quindi la tempistica sincronizzata ci permette di confrontare le sue previsioni con i paesi nel nuovo WEO). Il PIL reale è diminuito del 16,2% nel 2020, con una ripresa prevista quest’anno del 2% che salirà all’8,5% nel 2022. Pertanto, le Bahamas recupereranno solo il 66% della recessione del 2020 entro il 2022.
Nel frattempo, il piccolo gruppo di paesi che ha evitato una crescita negativa lo scorso anno in questo campione (Cina, Egitto, Turchia) si trova in una posizione più forte e la performance di crescita diverge dalla maggior parte degli altri ME.