Con l’inflazione della zona euro al livello record del 7,5%, la BCE è sempre più sotto pressione per inasprire la politica, anche se la maggior parte della rapida crescita dei prezzi è dovuta agli alti prezzi dell’energia, che sono in gran parte fuori dal controllo della banca.
Panetta ha affermato che i prezzi del petrolio e del gas rimarranno elevati più a lungo e che anche i prezzi dei generi alimentari potrebbero aumentare di più, quindi sarebbe piuttosto costoso per la BCE ridurre l’inflazione attuale mentre le aspettative a medio termine rimangono intorno al suo obiettivo. Per Panetta, inoltre, è arrivato il momento degli Eurobond.
“Tagli e sussidi fiscali potrebbero aiutare nel breve termine, mentre l’indebitamento e la spesa congiunti da parte dei governi dell’Unione Europea potrebbero essere la soluzione a più lungo termine- ha sottolineato Panetta in una dichiarazione riportata da Reuters”.
La Germania ha a lungo disapprovato l’idea di un prestito congiunto, ma ha accettato lo schema Next Generation EU una tantum da 750 miliardi di euro, volto ad accelerare la ripresa del blocco dalla pandemia di COVID-19. Panetta ha affermato che la transizione verde e l’aumento della spesa per la difesa sono i tipi di investimenti in cui la responsabilità fiscale centralizzata supererebbe i costi.
Insomma chi pensava archiviato il tema del “debito centrale europeo” eccosi ritrovato smentito; dovrà ricredersi comprenndendo che il tempo è sermpre più vicino.
Leopoldo Gasbarro, 7 aprile 2022