Economia

Patto di Stabilità e Mes, ecco perchè l’Italia non molla con Bruxelles

Il Superbonus è costato 100 miliardi e, spiega Giorgetti, è ancora “radioattivo”. Si guarda al Milleproroghe per smaltire le ultime scorie

superbonus

La bomba del Superbonus ha aperto una voragine da 100 miliardi nei conti pubblici italiani.  Anzi le sue scorie continuano a restare “radioattive”, ha avvertito il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, cioè a pesare sui contribuenti. Tutto questo per di più dopo aver aiutato a riqualificare una quota infinitesima del patrimonio immobiliare nazionale e essere stato tra le cause dell’ok con riserva di  Bruxelles all’ultima manovra.

Il disastro del Superbonus voluto dal governo di Giuseppe Conte nel luglio del 2020 è insomma conclamato; per colpa anche di un articolato da subito pasticciato e  quindi bisognoso di così frequenti modifiche da trasformarsi nell’attuale ginepraio. Ieri il Tesoro ha aperto per la prima volta alla possibilità di inserire una postilla nel decreto Milleproroghe per portare a termine i cantieri rimasti bloccati dalle macerie, ma è evidente che al Paese per riprendere slancio serve ben altro.

A confermarlo sono due preoccupanti dati diffusi da Bankitalia:

  • il debito pubblico è esploso all’ennesimo, record storico di 2.868 miliardi di euro, malgrado la lama delle tasse che taglieggia la classe media;
  • l’andamento stagnante assunto dal Pil, anche per colpa della postura estremamente rigida con cui la Bce di Christine Lagarde ha alzato i tassi di interesse fino al 4,5% e ora non manda segnali di voler accelerare sul percorso inverso come invece ha pianificato l’americana Fed.

L’esito per famiglie e imprese è quello di doversi muovere su un campo minato. L’inflazione è rientrata e appare ormai indirizzata a scendere sotto il limite del 2% voluto dalla Bce, ma leconomia italiana sta andando in pezzi insieme a quella europea, trascinata al ribasso dalla recessione che affossa la Germania.

Molti i fattori negativi, spiega il Centro studi di Confindustria, denunciando la fase di stagnazione in atto. A partire dal costo del denaro salito al 5,46%, un vero cappio attorno al collo di famiglie e imprese, che inevitabilmente tirano il freno su consumi e investimenti, rallentando così ulteriormente la già zoppicante marcia del Pil. Senza contare che ormai anche il mercato immobiliare è in crisi.

Se ti interessa investire nel mattone, leggi anche: sono 200mila le famiglie che non riescono più a pagare le rate del mutuo; qui invece lo sconto che bisogna concedere se si vuole vendere.

Un bel dilemma per Giorgetti, impegnato a mantenere in equilibrio il deficit-Pil dopo il positivo verdetto delle agenzie di rating a dispetto dei gufi dello spread. Ma anche il principale motivo per cui il nostro Paese, unico in Europa, non ha ancora sottoscritto il Mes e per cui tiene duro sul nuovo Patto di Stabilità. L’obiettivo principale di Giorgetti è che gli investimenti, vera benzina nel motore della ripresa, siano visti come debito buono e non alla stregua di “scorie radioattive”. A creare rifiuti pericolosi da gestire ci sono già il Superbonus e il Reddito di Cittadinanza: le due misure simbolo della decrescita infelice grillina.

 

 

 

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