Perché un’economia sana ha bisogno del rumore delle opinioni

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Nelle società contemporanee la forza economica e la capacità di evolvere, diffondendo maggiore benessere ai propri membri, si possono misurare dal grado di libertà di informazione in esse presenti. Questa affermazione appare ancora più vera mentre in Occidente, inteso come quell’insieme di Stati che credono nello stato di diritto, nella democrazia liberale, nel libero mercato, nelle società aperte, sono di fatto in lotta contro una nazione che rivendica la propria pretesa di offrire al mondo un modello sociale ed economico alternativo.

Un modello fondato sulla verticalità del potere che dal capo discende tramite l’élite economiche verso le masse in un rapporto privo di dialettica politica ed economica, sulla censura del pensiero e l’utilizzo di metodi polizieschi per imbrigliare ogni dissenso, sulla propaganda che uniforma il pensiero.

Mentre noi italiani abbiamo ascoltato in prima serata tv i deliri del ministero degli esteri russo Lavrov, i telespettatori di San Pietroburgo non vedranno mai su un canale televisivo russo il segretario di stato americano spiegare loro le ragioni per le quali l’operazione speciale in Ucraina mossa da Mosca è in realtà una guerra di aggressione a un popolo sovrano. Mentre noi diamo la parola nei salotti televisivi e sugli organi di informazione a giornalisti russi e a pittoreschi studiosi di relazioni internazionali che ci offrono “spiegazioni” storiche e contingenti sulle motivate scelte di Putin e i torti della NATO, nessuna voce dissonante può sporcare l’orecchio dei sudditi dello Zar.

Noi difendiamo la libertà di parola. E ci siamo spinti fino a tutelare la libertà di sproloquio. Incapaci di costruire una barriera all’entrata nel dibattito pubblico e nell’offerta politica dei promulgatori di fandonie. A Mosca al contrario si professa tranquillamente come necessaria una censura preventiva per difendere gli interessi del mai tramontato impero russo.

Rumore contro soliloquio. Istintivamente può apparire facile credere che sia più semplice scorgere la verità nel silenzio delle altre voci, così da consentire alla voce del potere di esprimere perfettamente la propria visione delle cose. Ma è un errore facilmente contestabile. Solo dove c’è il rumore di mille idee in contrasto l’una con l’altra, solo lì dove la verità fattuale è costretta ogni volta ad emergere come tale contro il vociare rumoroso delle idiozie è possibile che una società progredisca.

Senza lotta per la verità non è possibile un’evoluzione. E la verità non può mai essere una imposizione teocratica che discende dal vertice del potere, come fosse parola divina. La verità è una tensione che dal basso risale la piramide fino a divenire opinione condivisa, perché dimostrabile. Ciascuno può contribuire alla verità in una società aperta e libera. Così facendo creandole condizioni per consentire a tutti di fare un passo in avanti verso la giusta direzione dell’evoluzione.

E così è possibile leggere sulla stampa americana informazioni riservate provenienti da fonti qualificate del Pentagono che irritano la Casa Bianca e che dimostrano il coinvolgimento più che strategico che l’esercito americano ha avuto nei principali successi militari degli ucraini. Notizie in potenza dannose, che potrebbero spingere a un conflitto dichiarato fra USA e Russia. Eppure indispensabili per far comprendere la realtà fattuale dell’impegno americano all’opinione pubblica delle nazioni occidentali. Perché è in essa che risiede la sovranità quando esplica il suo ruolo di corpo elettorale. E solo un’opinione pubblica informata, capace di ascoltare tutte le voci e in possesso degli strumenti cognitivi per selezionare le fonti e separare il vero dal falso può scegliere rappresentanti in grado di difendere il nostro modello costituzionale.

Del resto lo abbiamo visto anche nel confronto scientifico nella lotta al Covid. In Occidente il libero pensiero ha permesso di creare più vaccini e di migliori rispetto alla Russia e alla Cina. La tecnologia è un elemento indispensabile per la crescita dell’economia e si afferma lì dove le idee circolano liberamente e si sfidano senza censura, pregiudizi, negazione delle verità fattuali.

Ecco perché, anche se a volte appare insopportabile, dobbiamo tollerare tutte le voci. Ecco perché è fondamentale poter esprimere la propria opinione in dissenso dal contesto editoriale, in dissenso dal potere costituito pro tempore, in dissenso dagli interessi promossi dal capitale che organizza lo strumento di divulgazione delle opinioni. Questo è un dono prezioso che ci è stato fatto al prezzo della lotta partigiana e che va tutelato e difeso.

Questa conquista non va intesa come un privilegio. Personalmente la vivo ogni settimana in questo spazio pubblico di informazione che mi viene concesso. Spesso le mie idee e le mie opinioni sono giudicate in modo duro dalla maggioranza dei lettori, che condividono un orientamento politico differente dal mio. Eppure ho la libertà di continuare a esprimerle, consapevole che le parole pronunciate in questo contesto editoriale, hanno un valore più significativo. Perché è solo nella tensione reciproca fra la propria opinione contrastata dalla lettura di una prospettiva inattesa che si crea la fessura dalla quale può filtrare la luce della verità.

Una luce che a Mosca finché Putin sarà al potere non sarà possibile vedere.

 

Antonello Barone, 9 maggio 2022

 

 

 

 

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