Economia

Perdono tutti: quasi 100mila morti, crolla Gazprom (-35%), cresce l’inflazione. E la Cina?

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Gazprom non paga i dividendi e precipita in borsa. Perde fino al 35%, trascinando naturalmente con se, verso il basso, tutto il listino russo che perde oltre il 6%.

Per la prima volta da quando è cominciata la guerra si ha la sensazione che le sanzioni economiche che l’occidente ha imposto alla Russia comincino a fare effetto davvero. La notizia di Gazprom arriva inaspettata, ma fa il paio con il default, registrato dalla Russia stessa, nei giorni scorsi. E soprattutto, in qualche modo è sottolineata dalla violenta recrudescenza con cui l’esercito di Putin ha ripreso i bombardamenti anche della capitale ucraina.

Insomma, a quattro mesi e mezzo dallo scoppio della guerra le tensioni tra le parti, invece che scemare, sembra proprio stiano crescendo sempre di più. Così come i toni e le dichiarazioni. Anche nei giorni scorsi, Jens Stoltenberg, dal vertice Nato di Madrid, non aveva certo “accarezzato” Putin e soci ma è stato lo stesso “Zar di Russia” questa mattina a rispondere per le rime agli occidentali sottolineando che nel caso in cui, come sembra FInlandia e Svezia finiranno nelle fila della NATO, sarebbe pronto a rispondere anche con  la foza ad eventuali ed invasive presenze di militari NATO sui territori dei due stati scandinavi.

Tornando alla finanza, se Mosca piange, l’occidente non ride affatto. Soprattutto in Europa i dati dell’inflazione continuano a preoccupare. Già usciti di Germania, in leggera frenata, e in Spagna, in forte accelerazione, confermano le difficoltà del momento- Condizioni negative che i mercati finanziari stanno esprimendo con cali consistenti ormai da qualche giorno sui listini di tutto il mondo. Anzi quasi tutto il mondo, perchè in mezzo a questo bailamme c’è un mercato che sta rialzando la testa con sempre maggiore forza: quello cinese.

L’indice A50 della Borsa di Shangai è salito nella notte dell’ 1,60% circa, testimoniando come dopo la riapertura dal Covid la Cina abbia ripreso a correre forte. Ed è proprio la Cina la vera protagonista silenziosa di questo momento storico. Seguendo la filosofia tipica del loro popolo, i cinesi sono lì, sulla sponda del fiume, ad aspettare che passino i cadaveri: prima della stessa Russia, che non avrà vita facile nel trattare i prezzi di gas e petrolio proprio con i cinesi che con l’allentamento delle spedizioni verso l’occidente e l’Europa in particolare diventeranno gli unici clienti dei russi e saranno quindi nella condizione di poter imporre il loro prezzo. 

Identicamente l’Europa sarà sotto lo scacco dei cinesi per l’approviggionamento di tante materie prime e soprattutto di terre rare. Insomma sembra proprio che stare alla finestra premi, sempre che questa assurda voglia di neo imperialismo, come scrivere non colpisca anche Xi Jinping rinforzando le sue mire su Taiwan. Quindi il quadro sembra bello fosco, complicato. Da una parte e dall’altra ci vorrebbero uomini di buon senso. I quasi 100.000 morti che in quattro mesi e mezzo questa guerra sembrerebbe già messo in conto, possibile che non interessino a nessuno?

Eppure uno spiraglio c’è perchè proprio da quella zona di guerra arriva la notizia che una nave con oltre 7.000 tonnellate di grano, avrebbe lasciato il porto ucraino di Berdyansk. E’ un porto occupato dai russi. Speriamo rappresenti un segnale di distensione.

Leopoldo Gasbarro, 30 giugno 2022