Economia

Previsioni di rallentamento del mercato azionario americano

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Le previsioni inerenti il futuro andamento dei mercati azionari vanno analizzate con una seria dose di pensiero critico. Dopotutto, le variabili da considerare sono molte e spesso imprevedibili, specie in un momento di importanti transizioni sociali, economiche e politiche come questo. Per questo motivo vi sono spesso divergenze significative tra le previsioni di diverse banche d’investimento. Oggi non è però il caso.

BlackRock, Vanguard, JPMorgan e UBS condividono infatti prospetti di crescita più forti per il mercato azionario europeo e per i mercati emergenti. Più nello specifico, i pronostici per i prossimi dieci anni di BlackRock prevedono ritorni annui del 5.8% per le azioni americane, del 7.1% per quelle europee e del 7.3% per i mercati emergenti. Vanguard prevede invece ritorni annui tra il 3.9 e 5.9% per le azioni americane e tra il 7.4 e 9.4% per il resto del mondo.

I principali fattori determinanti sono tre. In primo luogo, il rapporto dividendo/prezzo medio è nettamente superiore fuori dagli Stati Uniti. Ecco un grafico che mostra l’evoluzione di questo valore negli ultimi anni in diversi paesi.

Previsioni di rallentamento del mercato azionario americano

Il secondo fattore determinante è l’impatto della pandemia. Molto semplicemente, gli analisti non si aspettano un ritorno alla crescita degli utili che ha fatto prosperare il mercato azionario americano negli ultimi anni.

Infine, il rapporto prezzo/utili è ai massimi storici per le azioni americane, e difficilmente continuerà a crescere al ritmo attuale. I prezzi non sono così alti per il resto del mondo, anzi: in molti mercati si osservano rapporti prezzo/utili minori della media storica. Il seguente grafico compara il P/E americano a quello del mondo (esclusi gli Stati Uniti).

 Previsioni di rallentamento del mercato azionario americano

David Kelly, Head del Global Market Insights Strategy Team a JPMorgan, dichiara: “Nel corso dell’ultimo anno, il ciclo economico ha raggiunto un ulteriore livello di maturazione, divenendo la più lunga fase di espansione mai registrata negli Stati Uniti“. Prosegue poi affermando: “Le nostre proiezioni di crescita per i prossimi 10-15 anni sono relativamente modeste, con l’invecchiamento della popolazione che costituisce uno dei principali ostacoli e la spinta alla produttività guidata dalla tecnologia che rappresenta la principale opportunità di rialzo”.

Ciononostante, si stima che oggi il 76% dei fondi comuni azionari siano investiti in azioni americane. Il motivo? In pochi hanno rischiato di rinunciare agli ottimi ritorni che le azioni americane hanno offerto negli ultimi anni.

È anche importante ricordare che quando ci sono cambiamenti globali nei rapporti prezzo/utili dei mercati azionari, sono spesso cambiamenti di importanti magnitudini. Per esempio, nei primi anni 2000 i mercati azionari emergenti erano estremamente economici. Solo qualche anno dopo, nel 2007, registravano i rapporti prezzo/utili più alti di sempre.

Mentre queste previsioni potrebbero essere smentite, sembra chiaro che gli investitori in cerca di valore dovrebbero rivolgersi ai mercati europei ed emergenti prima che a quello americano.

 

Fonti:

Nir Kaissar – You May Regret Staying Parked In U.S: Stocks.

BlackRock – Capital market assumptions.

J.P.Morgan – 2021 long-term capital market assumptions.

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