Economia

Pronta la Guida Michelin degli Hotel. Ecco come funziona

Al via dal 2024, al posto delle stelle ci saranno le chiavi. Sotto esame servizi e prezzi

Non sarà più solo Bruno Barbieri a verificare morbidezza e altezza del topper prima di assegnare i propri voti ai quattro hotel in gara in una nota trasmissione televisiva, presto sarà Guida Michelin a giudicare in modo completo la qualità della nostra industria alberghiera. Una sfida importante sia per gli imprenditori del settore sia per il turismo italiano nel suo complesso che da solo genera il 10% del Pil. Dal prossimo anno la “bibbia della gastronomia”, sguinzaglierà infatti i propri ispettori travestiti da clienti misteriosi nei migliori hotel del Pianeta. Formalizzerà poi una sentenza in base a parametri quali accoglienza, unicità, servizi e prezzi erogati, visualizzando il tutto in “chiavi“.

 

L’idea di fondo del gruppo francese è quella di mettere ordine nel profluvio di rating che si rincorrono su internetlasciati dai clienti comuni, cioè da tutti noi, al termine di un soggiorno magari prenotato tramite Booking, Tripadvisor, Trivago, Air Bnb, Expedia o altri siti specializzati. Insomma, il “tribunale” più temuto dagli chef di alto livello vuole fornire una bussola per trovare l’eccellenza anche chi deve prenotare un soggiorno in albergo, così come accade con gli automobilisti dal 1900, quando Guida Michelin è nata dall’idea dei fratelli André e Edouard Michelin.

 

Il punto di partenza è il data base del sito americano Tablet Hotel che Guida Michelin ha acquisito nel 2018 e che ad oggi scandaglia 5.300 hotel in 120 paesi. Per quanto attiene la vil pecunia, poiché ogni progetto deve avere la propria sostenibilità economica, il gruppo prevede un sistema di commissioni compreso tra  il 10 e il 15 per cento. Più o meno quello che accade con i ristoranti che corrispondono alla Guida rossa 1 euro per ogni coperto prenotato. Il gruppo ha rimarcato che non si farà intimidire dalla forza di marchi o catene alberghiere e ha ribadito che, anche in questo caso, garantirà solide muraglie cinesi tra il marketing e chi redige le pagelle. I giudizi, inoltre, terranno conto del carattere della struttura e della sua unicità anche rispetto al contesto che lo circonda.

 

Possiamo immaginare che gli albergatori avranno un’altra (blasonata) serigrafia Michelin da esporre alla reception, accanto agli adesivi dei social e alle stelle assegnate dalle Regioni di appartenenza che, va detto, non sempre rispecchiano appieno la bontà e il livello di camere, personale e servizi.

 

Resta però una domanda: sarà davvero più efficace il giudizio espresso da un esperto censore dell’hôtellerie, camuffato da padre di famiglia o magari da boy scout, rispetto all’imperativo “democratico” dei giudizi dal basso su cui si basa la rete? E ancora le “chiavi” della Guida rossa apriranno le porte a soggiorni in linea con le aspettative dei clienti pronti a strisciare le carte di credito fino ad arroventarle? Anche gli hotel di alta gamma spaziano infatti da quelli delle grandi catene internazionali che offrono mille servizi anche wellness ai boutique hotel, dalle multinazionali alle strutture poco più che familiari, sono situati in contesti diversissimi tra loro: nelle località marine e montane, nelle città d’arte e nelle metropoli. Che cosa ne pensano i tanti imprenditori italiani dell’Ho.Re.Ca che ogni giorno accolgono con un sorriso i clienti nei loro hotel?

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la grande bugia verde