Siamo tutti come “polli in batteria” in attesa del mangime

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Oggi siamo tutti in attesa della FED. Domani saremo tutti in attesa della BCE. Dopodomani saremo tutti in attesa di qualcos’altro.

Siamo tutti in attesa. Siamo sempre in attesa di qualcosa. Siamo sempre in attesa di qualcuno che ci dica cosa fare e quando farlo, che ci spieghi i perché ed i percome. Siamo sempre più “in fila” in un Mondo che, in realtà, sta cercando di metterci in riga. 

Cerchiamo, con sempre più fatica, di comprendere il domani e così ci aspettiamo che qualcuno lo faccia per noi o per i nostri soldi. Così questa settimana siamo tutti in attesa delle decisioni di FED e BCE. 

Ormai sono loro, le Banche Centrali, le protagoniste indiscusse di quest’ultimo scorcio di era post-pandemica. C’è attesa per le loro decisioni, forse ancora di più per i loro commenti su: inflazione, recessione e tassi d’interesse. Mercoledì e giovedì, prima Powell, poi Lagarde; prima gli USA poi l’Europa. Si tratta anche di uno strano gioco delle parti, di un gioco a rimpiattino, di un’apparente intesa di fondo che invece si traduce in una lotta forte per l’egemonia in alcune aree del Mondo, di una lotta per l’egemonia su gruppi di consumatori, più o meno capaci di intendere e di volere, anche nelle scelte d’acquisto, qualunque sia l’acquisto.

E’ da un pò che lo facciamo nella gestione dei nostri acquisti ad esempio, e sistematicamente: comperiamo vestiti, oggetti d’ogni genere e di ogni provenienza. Ci inducono a mangiare vermi ed insetti con la scusa che siano nutrienti, ci dicono che l’Umanità non è stostenibile.

Intanto l’umanità non sostenibile consuma…

Quante volte sarà capitato anche a voi? Quante volte avete acquistato in rete oggetti che in realtà non vi sarebbero mai serviti? Ma lo avreste scoperto solo dopo, quando rigirando tra le mani quegli articoli, d’abbigliamento ad esempio, vi sareste chiesti perché mai li avrete comperati? Che se li aveste visti prima in un negozio vero, e non in una pagina web, non li avreste neanche guardati? Ed alla fine… non vi sentite a volte come i polli in batteria?

Ed ogni direttiva ci dice cosa fare. Quale tipo di isolante, di auto, di motore, di energia, di spesa. Se le monete sono reali o vrtuali, se virtuale vuol dire essere sotto controllo o libero di andare, fare e spendere come ci pare. Anche di sbagliare. E’ ancora concesso sbagliare? Uscire dagli schemi? E chi li disegna gli schemi?

Tutti con l’auto elettrica? Ma l’elettricità chi la produce? E con il monopattino elettrico, e con la bicicletta elettrica e con l’aria irrespirabile per chi circola con questi mezzi perchè è prodotta da centrali a carbone, a gas, a petrolio.

Eppure ci dicono cosa fare e noi siamo li ad aspettare che ce lo dicano.

Una forma diversa di mangime

Ci alimentiamo ad orari e tempi prestabiliti. Un comunicato oggi, uno domani, uno a quell’ora, uno in quell’altra. Ed ogni volta l’attesa presuppone una scelta d’acquisto o di investimento. Il nostro mangime è composto da informazioni sistematiche, da informazioni che ci raggiungono con una programmazione sistematica che finisce per programmare anche le nostre attività, oltre che le nostre vite.

Pensateci: i comunicati dell’era covid non erano così? Ed oggi quelli delle banche centrali, o tutti gli altri appuntamenti seriali cui ci stiamo abituando, non rappresentano proprio “mangime per polli”?

E i polli siamo noi. Tutti in attesa che dall’alto il mangime arrivi.

Questa settimana gli indicatori delle banche centrali. I comunicati sulla salute, quelli sul clima…  Si tratta di una pantomima, di un gioco a rimpiattino che pesa anche sul cambio-euro e che incide, naturalmente, anche sulla possibile situazione economica. E non va mai bene, anche quando va bene, non va mai bene. Mai, c’è sempre qualcosa da rivedere.

Il prezzo della benzina o del gas. La paura di morire dal freddo, semplicemente la paura di morire, il reddito di cittadinanza, il reddito. E poi l’inflazione e poi…

Creare dipendenza, creare attesa, lasciare comprendere che il mangime arriverà a certe condizioni, secondo certi comportamenti.

Dipendenza… si chiama dipendenza

La dipendenza di una popolazione può essere generata attraverso modalità diverse:

  1. Il controllo delle risorse: controllare le risorse chiave come il cibo, l’acqua e il lavoro, rendendo la popolazione dipendente da loro per soddisfare le loro necessità di base. Il gas ad esempio?

  2. La propaganda: attraverso la manipolazione delle informazioni e la diffusione di messaggi controllati, influendo sulla percezione della popolazione riguardo alle loro opinioni, alla condizione vissuta.

  3. La repressione: si può usare la forza per intimidire e reprimere, impedendo l’espressione di le opinioni o controllandole con la propaganda.

  4. Il sostegno economico: si possono fornire supportii economici alla popolazione, rendendoli dipendenti dalle iniziative e dai programmi centrali. Ecco perché si parla di reddito di cittadinanza universale, chi morderebbe mai la mano di chi ti dà da mangiare?

Non esiste un metodo “semplice” o “indolore” per creare dipendenza. Tutti i metodi descritti hanno potenziali conseguenze negative. Il controllo delle risorse potrebbe essere più facile in un paese ricco di risorse naturali, mentre la repressione potrebbe essere più semplice in un paese con un’alta concentrazione di potere militare.

In definitiva, creare dipendenza è un processo complesso che richiede una combinazione di diverse strategie. E’ indorare la pillola, è trovare il mangime giusto o la combinazione giusta di mangimi, è alimentare i “polli in batteria” con il pastone giusto.

 

Leopoldo Gasbarro, 1 febbraio 2023

 

 

 

 

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