Economia

Super Bonus 110 o Sanatoria edilizia?

Per usufruire del beneficio fiscale gli italiani si autodenunciano

Economia

Il Bonus 110 si sta tramutando nel migliore degli strumenti di verifica dei micro-abusi edilizi realizzati all’interno degli appartamenti di milioni di italiani. Abusi mai denunciati, licenze edilizie mai richieste, sanzioni mai pagate. Ora tutti stanno facendo molta attenzione allo stato di legittimità dell’immobile prima di avventurarsi in interventi che potrebbero portare a beneficiare del Super-bonus.

Il punto di partenza sarà il rilascio del certificato di conformità urbanistica. Si tratta del documento che attesta la corrispondenza tra lo stato di fatto dell’immobile e il titolo edilizio con cui è stato realizzato. Dalla verifica della conformità urbanistica, sarà possibile stabilire se l’immobile è in regola oppure no e, in quest’ultimo caso, stabilire l’entità dell’abuso. Su un immobile realizzato senza titolo edilizio è pacifico affermare che lo stesso non potrà godere di alcun beneficio fiscale. A meno che… non si ricorra alle sanatorie. Lì dove è possibile naturalmente.

 

Arriveranno milioni di domande di sanatoria?

Così gli uffici tecnici dei comuni italiani si sono ritrovati sommersi da domande di sanatorie relative ai piccoli abusi edilizi di cui sopra. Verande tirate su per chiudere logge di balconi trasformate in stanzini, spazi interni rimodulati in funzione di nuove esigenze e gusti familiari. Cantine o soffitte trasformate in micro-alloggi. Tutto realizzato nel corso degli ultimi 15-20 anni. Centinaia di migliaia di micro-abusi edilizi che ora stanno emergendo dall’anonimato che aveva contrassegnato la loro realizzazione.


Tutto per beneficiare del controverso Bonus 110.

Mentre i condomini cercano disperatamente le imprese costruttrici per poter eseguire i lavori, mentre i commercialisti impazziscono per supportare clienti ecco che il Bonus 110 assurge al ruolo di strumento di verifica dello stato di leicità delle nostre case, ville e palazzi.

“Che significa che dobbiamo rimettere le cose a posto così com’erano prima?”

Credo che questa frase l’avranno pronunciata in tanti in quest’ultimo periodo. I tecnici chiamati dall’amministratore del condominio  sono appena usciti dalla porta di casa. Hanno svolto i rilievi per verificare la conformità al progetto originale del nostro appartamento. Ci hanno appena chiesto se per il piccolo tramezzo che abbiamo eliminato per allargare la stanza da pranzo avevamo chiesto regolare permesso all’ufficio tecnico del comune.

E…visto che non lo avevamo fatto ora, per beneficiare del Bonus 110 ora dovremmo ripristinare lo stato delle cose. Si tratta pur sempre di abuso edilizio e come tale non permette di beneficiare dell’agevolazione fiscale prevista nel Bonus 110.

Ma cosa dice la legge in tal senso? Quando una variazione è considerata tale da essere presa in considerazione?

 

Ecco quello che dice il testo legislativo:

“gli interventi abusivi realizzati in assenza di titolo o in contrasto con lo stesso, ovvero sulla base di un titolo successivamente annullato, non beneficiano delle agevolazioni fiscali previste dalle norme vigenti, né di contributi o altre provvidenze dello Stato o di enti pubblici. Il contrasto deve riguardare violazioni di altezza, distacchi, cubatura o superficie coperta che eccedano per singola unità immobiliare il due per cento delle misure prescritte, ovvero il mancato rispetto delle destinazioni e degli allineamenti indicati nel programma di fabbricazione, nel piano regolatore generale e nei piani particolareggiati di esecuzione”.

Così tutti ricorrono, lì dove è possibile, alla sanatoria edilizia. La disciplina edilizia, infatti, offre la possibilità di regolarizzare ex post la realizzazione di un intervento edilizio in assenza o in difformità dal titolo abilitativo per esso prescritto.

Il rilascio del permesso in sanatoria sistema automaticamente anche la posizione fiscale relativamente al Bonus 110.

Piuttosto che rinunciare al Bonus, piuttosto che rimettere le cose a posto, piuttosto… meglio pagare.

E’ per questo che il Bonus 110 si sta trasformando nel migliore degli strumenti di auto-denuncia degli abusi edilizi realizzati dagli italiani.

E’ per questo che gli uffici tecno dei comuni sono stracolmi di domande di sanatoria da evadere e di tributi versati dai cittadini per poter beneficiare della sanatoria e successivamente del Bonus 110.

Guerre di condominio

Ma intanto crescono anche i litigi ed i contrasti tra i condomini all’interno degli stessi palazzi. Non tutti infatti sono disposti a sanare, non tutti infatti hanno le disponibilità per poterlo fare e così si creano tensioni tra vicini.

Guerre del porta a porta generate dal fatto che in molti casi la violazione di una singola unità immobiliare finisce per inficiare la fruizione del beneficio da parte di tutto il condominio.

Insomma, l’ennesima situazione all’Italiana. Purtroppo.

Milioni di sanatorie. Ma anche il rischio che, visti i tempi, il Bonus saranno davvero in pochi quelli che ne beneficeranno davvero. Insomma, molti si ritroveranno a sanare, a ricorrere a tecnici e fiscalisti, tutto in funzione di un Bonus che non sanno ancora se saranno in grado di percepire.

La domanda spontanea che ci facciamo però è questa:

Chi ha pensato al Bonus 110, lo ha immaginato in origine come gabella fiscale per le sanatorie da piccoli (ma anche grandi) abusi edilizi o non ci aveva proprio pensato?

 

Leopoldo Gasbarro