Tesla regina dell’auto, Musk re del mercato

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Dopo il gigante cinese dei semiconduttori SMIC, anche la Tesla figura tra le 666 grandi imprese high-tech ed industriali che riprenderanno la riproduzione dopo il rigidissimo lockdown. E nel pieno caos, il CEO Elon Musk brinda al nuovo record di consegne e profitti.

La Tesla Inc. sta richiamando i suoi lavoratori specializzati di Shanghai per prepararsi alla ripresa produttiva quando, entro la prossima settimana, si sospenderà il rigoroso lockdown imposto dalle autorità locali – che andava avanti già da diverse settimane – per contenere la recrudescenza epidemica da Covid.

Elon Musk, il pioniere dei veicoli elettrici, aveva confermato ad alcuni dipendenti che da venerdì 17 aprile sarebbero entrati in un cosiddetto sistema produttivo “a circuito chiuso”, in base al quale i lavoratori, vivendo sul posto, si sarebbero sottoposti con regolarità ai tamponi: ciò è stato confermato da alcuni informatori fidati del posto che hanno ovviamente richiesto l’anonimato.

Ad oggi, la multinazionale di Musk non aveva rilasciato altre dichiarazioni a tal proposito. Di contro, ciò che si conosce con certezza è che il megastabilimento Tesla di Shanghai, il primo al di fuori degli Stati Uniti, aveva interrotto la produzione per tre settimane: con una velocità di esecuzione di circa 2.100 auto al giorno, si tratta di circa 44.100 unità perse dallo stop forzato delle linee avvenuto il 28 marzo, tra Model 3 e Model Y, ovvero circa il 14,5% della produzione globale nell’ultimo trimestre.

Purtroppo, la Gigafactory cinese aveva sempre dimostrato la sua vulnerabilità ai cambiamenti repentini della rigida politica sanitaria di prevenzione Covid delle autorità locali. Quindi, con questa felice conclusione, la produzione automotive della azienda californiana potrà riprendere la sua attività, anche se gradualmente: infatti, l’ avvio completo richiederà lo sforzo e il coordinamento congiunto di tutti i lavoratori (anche per la manutenzione delle attrezzature) e dei fornitori (per la logistica). Dopo questa fase di ripresa scaglionata ripartiranno anche le città circostanti – il vero indotto di supporto alla GigaShanghai – sbloccando di fatto la preziosa fornitura di componenti che la Tesla voleva ottenere il prima possibile.

Il premier Li Keqiang aveva ripetutamente avvertito dei rischi per la crescita economica, “implorando” lunedì scorso le autorità locali nel “mostrare un senso di urgenza” nella implementazione delle nuove politiche emanate per la ripresa della produzione e delle operazioni. Solo in seguito a ciò il quotidiano di Hong Kong, il ‘South China Morning Post’, ha pubblicato la ‘white list’ di tutte le 666 aziende dei settori chiave (elettronica, automotive, energetico, alimentare, farmaceutico e di trasformazione), tra cui figura anche la Tesla Inc. .

Queste “condizioni di favore” entreranno in vigore solo per tutte quelle aziende valutate come “strategicamente importanti per l’economia e la società” dalla Commissione per l’Economia e l’Information Technology, l’ autorità deputata allo sviluppo industriale della megalopoli cinese. Inoltre, la municipalità locale non ha rilasciato nessuna dichiarazione sul perché solo queste specifiche compagnie potranno riprendere le attività.

Probabilmente perché nel registro delle imprese di Shanghai (in cui sono incluse più di 50.000 tra imprese e ditte nazionali e multinazionali), figura l’ importantissima SMIC (Semiconductor Manufacturing International Corporation), l’ azienda produttrice di semiconduttori più grande della Cina, peraltro collegata alla megafabbrica della Tesla per la fornitura di una parte dei suoi semiconduttori.   

Ad ogni modo, sarà tutto da dimostrare se queste aziende “a corsia preferenziale” saranno capaci di gestire al meglio la difficile contingenza economico-sanitaria, visto che dovranno soddisfare immediatamente numerosi e rigorosi parametri, tra cui la puntigliosa attenzione nella vigilanza dell’ esposizione dei dipendenti rimasti all’interno delle fabbriche durante il lockdown con gli altri operai specializzati che rientreranno in questi giorni. In alcuni casi la produzione partirà in sordina proprio per ‘acclimatare’ al meglio tutti i componenti dello staff rientrante all’interno degli ambienti lavorativi degli stabilimenti.

Nonostante questa atmosfera produttiva all’insegna del caos, qualcosa è cambiato in casa Tesla: “Abbiamo battuto diversi record” nell’ultimo trimestre, “non sono mai stato così fiducioso per il futuro di Tesla”. Con queste parole, mercoledì 20 aprile, ha esordito Elon Musk a sorpresa nel rispondere di persona alle domande di investitori e analisti: il colosso automobilistico a stelle e strisce ha comunicato di aver raggiunto un utile netto di ben 3,32 miliardi nel primo trimestre (Q1 2022), compensando così la serrata temporanea dello stabilimento di Shanghai, per ovvi motivi epidemici, nonché del rialzo inflazionistico in Cina, Usa e altri paesi asiatici a causa dei noti problemi sulla catena di approvvigionamento delle materie prime.

Entrando nel merito, le consegne totali di vetture elettriche si sono attestate a 310.048, segnando un aumento di circa il 68% rispetto allo scorso anno, guidato dall’aumento delle vendite dei suoi veicoli Model 3 e Y e da una ripresa delle vendite di Model S e X: sia la Model Y che la Model 3 condividono una piattaforma comune e utilizzano in gran parte parti simili, consentendo a Tesla di realizzare notevoli economie di scala con l’aumento dei volumi.

Inoltre, Tesla, come la maggior parte degli altri produttori, sta dando enorme priorità alla produzione di varianti più costose dei veicoli rispetto ai modelli di base, proprio per ottimizzare i ricavi spinti dall’enorme domanda.

E Wall Street l’ha subito premiata: non solo il titolo di Tesla ha guadagnato nell’ after hours oltre il 4% subito dopo la pubblicazione dei dati trimestrali, ma anche il magnate americano Warren Buffett, dopo la nota insofferenza reciproca, ha dovuto congratularsi con Elon Musk per la sua, finora, vittoriosa scommessa sull’ elettrificazione dell’ automotive. E chissà se il facoltoso californiano ce la farà anche con la scalata societaria a Twitter. Ma questo, si sa, è tutta un’altra storia.

Luciano Magaldi, 22 aprile 2022

 

 

 

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