Immaginate di aver comperato due titoli azionari. Uno dei due titoli sta crescendo con decisione, vi sta dando soddisfazione. L’altro va nella direzione opposta, sono giorni che scende. Discesa dell’uno e rialzo dell’altro quasi si compensano. Avete però bisogno di soldi, quali dei due titoli vendereste?
Per darvi la risposta provo a leggervi una storia che porta in calce la firma di Jeff Bezos, il Ceo e founder di Amazon. Lui la chiama la regola delle due porte. Si tratta di una forma di motivazione personale che serve ad orientare meglio i nostri comportamenti.
“Le decisioni importanti possono immobilizzarci. Creiamo elenchi di pro e contro, analizziamo, cerchiamo consigli dagli amici e meditiamo cercando soluzioni. Quante volte vi sarà capitato qualcosa di analogo?
E allora vi racconto come affronto io le scelte:
Alcune decisioni sono consequenziali e irreversibili o quasi irreversibili, porte a senso unico, e queste decisioni devono essere prese metodicamente, attentamente, lentamente, con grande deliberazione e consultazione. Se attraversi quella porta e non ti piace quello che vedi dall’altra parte, non puoi tornare al punto in cui eri prima.
Ma la maggior parte delle decisioni non è così: sono mutevoli, reversibili, sono porte a doppio senso. Se hai preso una decisione di tipo 2 non ottimale, non devi convivere con le conseguenze per così tanto tempo. Puoi riaprire la porta e tornare indietro.”
Perchè abbiamo scelto la storia di Jeff Bezos? Perchè tornando al titolo che secondo logica bisognerebbe vendere, ma che invece guidati dalle emozioni non vendiamo mai, è quello che sta avendo un andamento negativo.
Siccome siamo contrari alle perdite tendiamo a vendere ciò che ci sta facendo guadagnare (dimenticando che potrebbe continuare a farlo, a crescere ancora di più), e a mantenere ciò che sta crollando (e che potrebbe ancora continuare a farlo, a scendere ancora di più).
Bezos in realtà ci spiega che il modo migliore per affrontare un errore di scelta sia tornare indietro sui propri passi e cambiare radicalmente la scelta che non funziona.