L’avvicinarsi del Ferragosto riaccende, insieme al caldo torrido, la febbre per il barbecue degli italiani. Diverse le filosofie di cucina davanti alla brace, così come le forme della griglia, i produttori di BBQ più ricercati e il combustibile impiegato: legna, carbonella o gas.
Difficile dire quale sia la scelta migliore per il BBQ estivo ma, secondo le statistiche, l’Italia è il primo importatore al mondo di legna da ardere. E proprio il legno continua a essere il più utilizzato, oltre che in stufe e camini, anche per la griglia, considerando la cottura dei cibi e tecniche quali l’affumicatura.
In base al cibo che si intende preparare e dell’effetto finale che si vuole ottenere, secondo gli esperti di cucina c’è però un’essenza di legno che sarebbe da preferire. Insomma, una grigliata da chef richiede un combustibile diverso a seconda che si prepari e si serva in tavola ai propri ospiti un pasto a base di carne, di pesce o di verdure.
In generale, se corbezzolo e quercia sono considerati ideali per grigliare le carni rosse, olivo e pesco sono preferibilmente da destinare alle carni bianche e al pesce.
Un bravo “parillero” riesce infatti a strappare aromi e sapori diversi a seconda del tipo di legno utilizzato in cottura: dalla dolcezza del melo alla robustezza del faggio, evidenziando come ogni legno abbia la sua specialità.
In particolare:
- quercia: dal carattere medio forte, conferisce un classico sapore di affumicato ed è adatto a quasi tutti i tipi di carne.
- olivo: valorizza in particolare la carne di agnello, con un sapore “arrostito”.
- faggio: sottolinea la sensazione erbacea tipica della carne di agnello e si distingue anche in termini di composizione aromatica nella carne di vitello. Combinato con il corbezzolo, arricchisce la brace con decise note sensoriali e gustative.
- melo: dal sapore dolce e leggermente fruttato, è ottimo per il manzo, il maiale, l’agnello, il pollame e alcuni frutti di mare.
- ontano: dolce e delicato, è ideale per i frutti di mare e le verdure.
- ciliegio: il suo sapore delicato e fruttato si abbina a tutte le carni e ai frutti di mare.
- acero: dolce, leggero e dal sapore delicato, è ottimo per il pollame.
- noce: dal sapore forte e intenso, è ottimo per la selvaggina.
Ad esplorare il rapporto tra legno e cibo in Italia è uno studio svolto in collaborazione tra l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Pefc Italia, rimarcando come i nostri connazionali dimostrino una crescente attenzione alla cottura sostenibile. Cioè all’uso di legname ricavato da una filiera tracciabile e che non provenga da taglio illegale o che provochi deforestazione.
In ogni caso è da evitare l’oleandro, perché rilascia sostanze velenose una volta messo a contatto con il fuoco. Sarebbe inoltre meglio evitare anche pino, abete e larice perché, se non utilizzati con attenzione, si rischia di avere un sapore sgradevole sul cibo.
Il pioppo risulta invece tra i migliori combustibili naturali per l’accensione del fuoco, da integrare poi con la legna adatta allo specifico cibo da cuocere o da affumicare.
Quanto invece all’affumicatura, tecnica millenaria che conferisce agli alimenti un sapore intenso, è particolarmente adatta per alcune specie di pesce (come salmone, trota e sgombro), così come verdure quali peperoni, melanzane, zucchine e funghi.
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A seconda dell’alimento c’è però un legno più adatto all’affumicatura rispetto ad altri. In particolare:
- Carni rosse: ciliegio, faggio o quercia aggiungono un fumo aromatico che crea un perfetto connubio con il sapore robusto della carne.
- Carni bianche e pesce: olivo e pesco producono un fumo dolce e leggero che non sovrasta il sapore delicato della carne e dei pesci.
- Selvaggina: il noce rilascia un fumo denso e amarognolo che esalta il gusto intenso delle carni selvatiche.
- Verdure e formaggi: acero e alloro sono ottimi per l’affumicatura di verdure e formaggi, aggiungendo un tocco aromatico ai sapori originali.