Il mondo non aspetta altro che tornare ad uno stile di vita che rasenti la normalità. Ciò sembra possibile solamente se vaccini sicuri ed efficaci verranno distribuiti in tutto il mondo.
Il 9 marzo l’Italia è andata in lockdown. In pochi avrebbero predetto che sarebbe durato dieci settimane. Ancora meno si sarebbero aspettati che il virus avrebbe tenuto sotto scacco la società fino almeno alla fine dell’anno. Eppure, siamo ancora qui. Il covid-19 continua a dominare le prime pagine dei mass media, i pensieri e le emozioni delle persone.
Ci sono altri problemi nel mondo, e la pandemia non ha portato l’illuminazione a cui si riferivano i video di stampo new age che circolavano a marzo. No, ha causato una tragica perdita di vite umane, così come i lockdown hanno portato sempre più persone verso la povertà e disturbi psicologici. La chiusura delle attività commerciali e produttive ha messo in ginocchio le economie del mondo occidentale, portando sempre più paesi, incluso il nostro, verso livelli di debito pubblico a dir poco allarmanti.
I media hanno cavalcato l’onda senza pudore, offuscando la visione d’insieme e polarizzando il dibattito pubblico. Le piattaforme online hanno cominciato a censurare le narrative non conformi a quelle dell’OMS, senza ritegno per la libertà di manifestazione del pensiero, teoricamente protetta dall’articolo 21 della Costituzione. Misure draconiane sono state imposte in tutto il mondo, spesso senza alcun tipo di processo democratico, creando dei precedenti molto pericolosi.
Ora, finalmente, sembra intravedersi una luce alla fine del tunnel, alimentata dalla speranza che deriva dall’imminente distribuzione dei vaccini.
I numeri
Oltre 1.8 milioni di persone sono già state vaccinate nei cinque paesi che hanno già dato il via alla distribuzione e somministrazione, tra cui Cina, Stati Uniti, Russia, Regno Unito e Canada. Ecco i numeri:
In pochi sono però i paesi che hanno già cominciato ad amministrare le dosi; questa è, dopotutto, la fase iniziale dello sforzo globale volto ad assicurare un vaccino a tutti coloro che lo desiderano. Ciononostante, al fine di evitare di perdersi in retoriche idealistiche, va ricordato che le dosi verranno vendute dalle compagnie farmaceutiche ai governi, che hanno complessivamente firmato contratti per un totale di 8.2 miliardi di dosi, che coprirebbero oltre metà della popolazione mondiale.
Tuttavia, la distribuzione non è equa. La seguente mappa illustra la percentuale della popolazione coperta dai contratti che sono stati firmati ad oggi dai governi dei rispettivi paesi. Non vanno considerate Cina e Russia, poiché si affideranno a vaccini prodotti in loco, rispettivamente da Sinopharm e Gamaleya Center (il famoso Sputnik V).
L’Italia ha firmato contratti per un numero di dosi che coprirebbero 104 milioni di persone, pari al 172% della popolazione. Forse eccessive le quantità ordinate da Regno Unito, Australia e Canada (i cui contratti coprirebbero il 511% della popolazione), specie considerando che la media si aggira intorno al 5% per i paesi africani e che molte nazioni dovranno aspettare fino al 2022 per riuscire ad aggiudicarsi quantità di dosi sufficienti per vaccinare parti significative della popolazione.
A prescindere, per quanto riguarda l’Unione Europea, i contratti sono per i vaccini prodotti dalle seguenti compagnie farmaceutiche.
Infine, viene spesso dimenticato che, oltre a quelli di Pfizer e Moderna, altri vaccini verranno presto approvati. Il seguente grafico illustra lo sviluppo degli studi inerenti la loro sicurezza ed efficacia. Le linee rosse si riferiscono ai periodi di sperimentazione, che sono poi seguiti da un processo dedicato all’approvazione da parte delle autorità (linee gialle). Successivamente, si passa alla distribuzione ed amministrazione.
Spicca l’anomalia dei vaccini prodotti dalle ultime quattro compagnie farmaceutiche, la cui distribuzione e somministrazione è stata approvata dai governo cinese e russo prima ancora della sperimentazione.
Fonti:
Bloomberg – More Than 1.8 Million People Have Been Vaccinated: Covid-19 Tracker