Gli studi universitari aiutano il calcio ad essere “sostenibile” con un corso dedicato al “sustainability management”. L’innovativo percorso è stato attivato dall’Università degli Studi di Teramo con il patrocinio della Federazione Italiana Giuoco Calcio e rappresenta uno dei primi percorsi di formazione in ambito europeo. Il manager della sostenibilità nel calcio sarà un profilo determinante perché dovrà indirizzare sul piano strategico ed operativo l’attività dei club verso una gestione corretta e virtuosa.
In Italia tutti gli indicatori richiedono un cambio di marcia. Il calcio professionistico perde qualcosa come 1,2 miliardi l’anno e dirotta altrettanti fondi verso l’esterno del suo sistema, in commissioni e parcelle per gli agenti. L’impiantistica è inadatta a fare da volano per lo sviluppo di progetti sportivi, poco rinnovata (5 stadi in 15 anni) e solo per il 24% è di proprietà dei club (all’estero 80%). L’impatto sociale del calcio è importante, ma anche i problemi lo sono (discriminazione, integrazione, violenza). L’attenzione sui parametri ambientali è molto bassa.
Si scrive “sostenibilità” (o, meglio, “sviluppo sostenibile”) ma si pronuncia futuro. Per il calcio – italiano ma europeo in genere – la sfida non è solo l’adesione ad un indirizzo gestionale ma è un cambio radicale. Servono profili specializzati: la scelta di un calciatore si può sbagliare, questa strategia no.
Il progetto dell’Università degli Studi di Teramo guarda a costruire il “manager” del futuro, per almeno un decennio la sostenibilità sarà il focus sul piano regolamentare e gestionale e questi profili saranno molto richiesti e ben valorizzati. Cinquanta i posti disponibili, ammissioni sulla base delle candidature (termine iscrizioni al 20 aprile prossimo).
Il Corso si svolgerà dal 26 aprile al 29 maggio ed è strutturato in 70 ore di lezioni a distanza con una sessione in presenza presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano. La FIGC sarà protagonista di un “laboratorio UEFA Euro 2032” in cui sarà possibile approfondire le proposte in tema per la candidatura italiana per ospitare il Campionato Europeo (deposito il prossimo 12 aprile). Sarà un contributo determinante per attivare la sensibilizzazione dei futuri manager e declinare sul piano pratico verso progetti ed azioni che le Leghe ed i club saranno chiamati a mettere in campo già da domani.
“La sostenibilità, nel suo significato più ampio – dichiara il presidente della FIGC Gabriele Gravina – è uno dei driver principali della strategia di sviluppo del calcio europeo promossa dalla UEFA. L’attenzione a queste tematiche rappresenta il cuore del nuovo programma federale, una sfida affascinante in termini di responsabilità, impegno, promozione di valori ed educazione, affinché il calcio italiano diventi un modello di riferimento sia in Italia che all’estero”.
Il Corso avrà come riferimenti la “Strategia di Sostenibilità” della FIGC e quella dell’UEFA (“Strength Through Unity 2030”) che hanno già determinato l’obbligo del FSRO (Football and Social Responsibility Officer) per le Licenze UEFA 22/23 e che a breve richiederanno figure analoghe anche nelle Licenze Nazionali FIGC.
Proseguendo sulla scia della tradizione – 25 anni fa fu il primo polo universitario in Europa ad occuparsi di sport, creando un corso specifico ma anche master e dottorati di ricerca – l’Università di Teramo con l’indirizzo in “sustainability management” rafforza il proprio Corso in “Politiche e Strategie delle Società Calcistiche” che, con accreditamento della FIGC e la collaborazione dell’ADICOSP (Associazione Direttori e Collaboratori Sportivi), rappresenta il percorso formativo di accesso diretto all’esame di abilitazione per direttori sportivi. Una figura, anche questa, che sta evolvendosi e il cui grado di competenza e la visiona multidisciplinare dovrà essere orientata ad un calcio nuovo e, appunto, sostenibile.
Per informazioni: UNITE_Sustainability Management
Redazione, 6 aprile 2023