Bollette: i rincari energetici spingono sempre più i prezzi

Rassegna stampa del 30 aprile 2019

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I rincari energetici di bollette, benzina e gasolio si abbattono sui prezzi del carrello della spesa con aumenti tendenziali che vanno dal 9% per la farina al 12% per la pasta, al 6% per il pesce all’11% per il burro, dal 7% per la frutta al 17% per la verdura fino al 20% per gli oli di semi come il girasole importato dall’Ucraina che ha dovuto interrompere le spedizioni.

E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento all’ipotesi di un decreto taglia prezzi allo studio del governo per contenere i rincari di benzina e gasolio, sulla base dei dati Istat a febbraio. In un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada, l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio – sottolinea la Coldiretti – ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori con il rischio di alimentare psicosi, accaparramenti e speculazioni

L’aumento dei costi si estende all’intera filiera agroalimentare, dai campi all’industria di trasformazione fino alla conservazione e alla distribuzione. “Bisogna intervenire per contenere il caro gasolio e ridurre la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’Italia deve puntare ad aumentare la propria produzione di cibo recuperando lo spazio fino a oggi occupato dalle importazioni che, come dimostrano gli avvenimenti degli ultimi anni, sono sempre più esposte a tensioni internazionali e di mercato che mettono a rischio la sovranità alimentare del Paese”. 

Per il balzo dei costi energetici l’agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi, evidenzia lo studio, su base annua, rispetto all’anno precedente, che mette a rischio coltivazioni, allevamenti, e industria di trasformazione nazionale ma anche gli approvvigionamenti alimentari di 5,6 milioni di italiani che si trovano in una situazione di indigenza economica.

Il caro energia – spiega la Coldiretti –ferma i trattori nelle campagne, spegne le serre di fiori e ortaggi e blocca i pescherecci italiani nei porti, aumentando la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari. Gli agricoltori, gli allevatori e i pescatori sono costretti a lavorare in perdita con i costi superiori ai ricavi a causa dei rincari insostenibili dei prezzi per il gasolio necessario per le attività dei trattori che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina, la concimazione l’irrigazione che insieme agli alti costi e alle difficoltà di approvvigionamento di concimi e mangimi spingono quasi un imprenditore su tre (30%) a ridurre la produzione.

Il prezzo medio del gasolio per la pesca è praticamente raddoppiato (+90%) rispetto allo scorso anno costringendo i pescherecci italiani a tagliare le uscite e favorendo le importazioni di pesce straniero, sottolinea Coldiretti Impresapesca che evidenzia “come fino ad oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata, infatti, proprio dal carburante. Senza dimenticare i costi per il riscaldamento delle serre per la produzione di ortaggi e fiori con la necessità di contenere i costi che rischia di far scomparire alcune delle produzioni più tipiche.”.
 
Una emergenza “proprio alla vigilia delle semine primaverili necessarie all’Italia per garantire la produzione di mais, girasole e soia per l’alimentazione degli animali mentre in autunno le lavorazioni serviranno per il grano duro per la pasta e quello tenero per la panificazione, in una situazione sugli scaffali arrivano i primi razionamenti per le difficoltà all’importazione derivate dalla guerra in Ucraina.”.

Lorenzo Palma, 16 marzo 2022

 

 

 

 

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