Gazprom ha chiuso le forniture di gas verso l’ Europa, ma il gas arriverebbe lo stesso. La Cina lo acquista dalla Russia e lo starebbe rivendendo proprio all’Europa, aggirando sanzioni e blocchi e triplicando di prezzo. Ma vediamo i numeri e le considerazioni fatte sul “raggiro” anche dal Financial Times.
“Certi amori non finiscono. Fanno dei giri immensi e poi ritornano”… La canzone è “Amici mai”, il cantante Antonello Venditti.
Ma se lasciamo invariato il verso, cambiando “amori” con “gas” ed Antonello Venditti con Vladimir Putin, i giri immensi trasportano nelle casse del capo di stato russo una quantità indicibile di miliardi, nonostante le sanzioni.
Ma vediamo che giri immensi fa il gas Russo per evitare i blocchi delle sanzioni ed arrivare lì dove è atteso, in Europa occidentale a prezzi ancor più “cari” di quelli già altissimi di mercato.
Secondo i dati doganali cinesi, nei primi sei mesi dell’anno, la Cina ha acquistato un totale di 2,35 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto (GNL), per un valore di 2,16 miliardi di dollari.
Così facendo la Russia ha superato l’Indonesia e gli Stati Uniti ed è diventato il quarto fornitore cinese di GNL per quest’anno.
Questo dato, ovviamente, non deve essere aggiunto a quello che Gazprom fornisce giornalmente alla Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia e che avevano raggiunto un nuovo massimo storico aumentando del 63,4% nella prima metà del 2022.
Ma a cosa è dovuta l’impennata del GNL russo?
La Cina avrebbe tranquillamente rivenduto quel GNL russo agli unici che ne hanno un disperato bisogno: ai Paesi europei che sono a secco e, naturalmente, sta facendo pagare un prezzo altissimo per quel gas.
Come riportato di recente dal Financial Times , “I timori dell’Europa di una carenza di gas verso l’inverno potrebbero essere stati aggirati, grazie a un inaspettato cavaliere bianco: la Cina”.
Non si tratta di surplus. Il GNL che la Cina vende all’Europa è russo.
Tornando alla storia, i dettagli sono intuitivi: con il gasdotto russo verso l’Europa effettivamente chiuso…
… le importazioni europee di GNL sono aumentate del 60% anno su anno nei primi sei mesi del 2022, secondo la società di ricerca Kpler.
Qualche dettaglio in più:
Il gruppo cinese JOVO, un grande commerciante di GNL, ha recentemente rivelato di aver rivenduto un carico di GNL a un acquirente europeo.
Un trader di futures a Shanghai ha dichiarato che il profitto ottenuto da tale transazione potrebbe essere di decine di milioni di dollari o addirittura raggiungere i 100 milioni di dollari.
Anche la più grande raffineria di petrolio cinese Sinopec Group ha riconosciuto in una richiesta di utili ad aprile di aver incanalato l’eccesso di GNL nel mercato internazionale.
I media locali hanno affermato che la sola Sinopec ha venduto 45 carichi di GNL, ovvero circa 3,15 milioni di tonnellate. La quantità totale di GNL cinese che è stata rivenduta è probabilmente superiore a 4 milioni di tonnellate, equivalenti al 7% delle importazioni di gas dall’Europa nel semestre fino alla fine di giugno.
La buona notizia è che i 53 milioni di tonnellate hanno permesso all’ Europa di arrivare fino al 77% di riserve. Se continua così, è probabile che il vecchio continente raggiunga l’obiettivo dichiarato di riempire l’80% dei i suoi impianti di stoccaggio del gas entro novembre (a quel punto non ci saranno più rischi di blocco per l’inverno).
L’Europa sta ora diventando dipendente da Pechino per l’energia: è ancora gas russo, solo che questa volta passa per le importazioni dalla Cina, che così diventa il centro di un percorso del gas che indebolisce un pò tutti visto che l’Europa paga un prezzo anche 3 volte più alto di quello ufficiale. Ma anche la Russia si indebolisce perchè, come sottolinea il Financial Times:
“se la Russia finirà per esportare più gas in Cina come mezzo per punire l’Europa, la Cina avrà più capacità di rivendere il gas in eccesso al mercato, aiutando indirettamente l’Europa”.
Più l’Europa diventa disperata riguardo alle sue forniture energetiche, più le decisioni politiche della Cina avranno il potere di influenzare il blocco. Mentre l’Europa tenta di uscire dalla sua dipendenza dalla Russia per l’energia, l’ironia è che sta diventando sempre più dipendente dalla Cina.
Leopoldo Gasbarro, 31 agosto 2022