Energia

Il WWF farnetica sul nucleare: “Risorse sprecate”. Ma a pagare la follia green sono famiglie e imprese

L’associazione definisce il ritorno dell’Italia all’atomo una “illusione”. Invece Enel ed Edison hanno già tutta la tecnologia necessaria. E Eni studia la fusione insieme al Mit di Boston

Solo una illusione: così il WWF arriva a definire il possibile ritorno dell’Italia al nucleare. Accecata dal green, l’associazione ambientalista ha già deciso che la panacea energetica per il nostro Paese corrisponde solo con le rinnovabili e con l’obiettivo emissioni zero, null’altro sarebbe ammesso. Scomunicati quindi il gas, combustibile definito “dall’altissimo impatto climalterante” e ancora peggio l’atomo. Visto come un Satana radioattivo dal Manifesto in 50 punti con cui il WWF vorrebbe smontare il Piano Integrato Energia Clima (Pniec) elaborato dal governo.

 

Quelle destinate al nucleare sono “risorse sprecate”, farnetica l’associazione del Panda con una sicumera che si faticherebbe a perdonare persino al Pontefice affacciato in Piazza San Pietro. Tutte sciocchezza da super-ingegneri quelle dell’atomo, fa capire il WWF. Peccato che è proprio il nucleare, ricordiamo invece noi ai talebani dell’ambiente, che per esempio permette alla Francia di assicurare elettricità alle sue  famiglie e imprese a prezzi stracciati rispetto a quanto avviene in Italia. Un fatto questo non solo centrale per le tasche dei cittadini, impegnati a pagare le bollette di casa mentre faticano a spingere alla cassa un carrello della spesa appesantito dall’inflazione, ma anche per la competitività delle imprese del made in Italy all’estero. Per non parlare dell’importanza strategica per il nostro Paese di raggiungere  l’autosufficienza negli approvvigionamenti nel mondo deglobalizzato post guerra in Ucraina.

 

Il WWF però fa spallucce, se ne frega di quello che sostengono i governi, i big dell’energia, le squadre di ricercatori impegnati a tirare a lucido la fissione nucleare di nuova generazione e persino a studiare la fusione nucleare. Il WWF affossa tutto, comprese le sperimentazioni in corso per la cattura e lo stoccaggio del carbonio: una tecnologia, sentenzia, “inefficiente ed enormemente costosa”.

 

Vi risparmiamo il resto del pippone che il WWF dedica all’urgenza di attuare una “piena e tempestiva realizzazione della neutralità climatica”. Preferiamo ricordarvi che a smentire il suo manifesto green sono almeno due fatti concreti connessi alle due big dell’energia italiane Enel ed Eni. Eccoli in estrema sintesi:

  • Enel ha appena terminato di realizzare il terzo reattore della centrale nucleare di Mohovce, in Slovacchia;
  • Eni è pioniera nella fusione nucleare insieme al Massachusetts Institute of Technology, cioè al tempio della tecnologia mondiale.

 

L’Enel ha quindi nel cassetto le migliori risorse e capacità per usare il nucleare in modo sicuro anche nella Penisola, ma non può farlo a causa del referendum che nel 1987 ha ipotecato il futuro energetico del Paese. Non per nulla il ministro delle Imprese Adolfo Urso, inaugurando il reattore di Mohovce, ha detto che è giunto finalmente il momento di “riaprire la strada del nucleare in Italia”. Si noti che la Slovacchia, che non è certo un Paese del G7 come l’Italia, ha deciso di ricavare dall’atomo l’80% entro il 2030 dell’energia necessaria. Senza contare che anche Edison, controllata italiana del colosso pubblico francese Edf, è pronta a riaccendere il nucleare nella Penisola con dei nuovi micro-reattori detti SMR, se la legislazione lo consentirà e se i cittadini lo vorranno.

 

Ma c’è di più e riguarda non più la fissione nucleare, seppur di nuova generazione, ma la fusione. Cioè il processo che da 5 miliardi di anni illumina il Sole e permette la vita sulla Terra. A lavorarci è la società Commonwealth Fusion Systems (Cfs), spin off del Mit di Boston, di cui Eni è appunto partner strategico. La tecnologia utilizzata si chiama “confinamento magnetico“.  In pratica, ingegneri e tecnici ci perdoneranno l’estrema semplificazione, due potentissime calamite permettono di gestire qui sulla Terra un processo che raggiunge temperature inimmaginabili, isolando la massa fusa dal resto del reattore. Il combustibile è composto da una miscela di due isotopi dell’idrogeno: il deuterio e il trizio. Ma quello che importa davvero è che il risultato è un flusso di energia costante e che non c’è alcuna emissione di gas serra nell’ambiente.

 

Al momento Eni e i suoi partner stanno progettando il primo sistema di confinamento magnetico al mondo, che a sua volta aprirà la strada alla prima centrale in grado di immettere energia elettrica da fusione. Si pensa che potrà essere operativa nei primi anni del 2030. Insomma, presto dovrebbe essere possibile “accendere” sulla superficie terreste tanti piccoli “Soli” con cui produrre energia completamente pulita e in modo inesauribile. Dovrebbe essere il sogno di ogni ambientalista. Il progetto sarà portato dall’inviato Speciale Presidenziale per il Clima degli Stati Uniti, John Kerry, alla COP28 in programma il prossimo 5 dicembre.

Se come il sottoscritto, avete (colpevolmente) stampato il manifesto del WWF nella speranza di trovarvi qualcosa di interessante, potrete sempre conferire la carta nell’apposito cassonetto oppure utilizzarla per accendere il camino in montagna. Oggi il cielo soffia aria di neve sulle località alpine: un buon brandy la sera, davanti alla calda luce del fuoco, aiuta a discernere chi sta lavorando davvero per la competitività del Paese e per la battaglia climatica. Dimenticavo: il progetto della fusione nucleare a confinamento magnetico ha anche l’appoggio di Bill Gates, non certo un signore dell’Opec assetato di petrolio.

 

Se volete qui il WWF se la prende invece con i big che producono orologi e gioielli di lusso da Cartier a Rolex, da Bulgari a Pomellato. Anch’essi supposti nemici del clima. Diteci che cosa ne pensate.