Energia

Nuova stangata in bolletta? Meglio il nucleare pulito

L’Arera ha stimato nuovi rialzi per luce e gas. Edison pronta a costruire in Italia due reattori di nuova generazione

Sono due le notizie degli ultimi giorni che dovrebbero far riflettere. La prima: l’Arera, cioè l’Authority che fissa le tariffe luce e gas per le famiglie italiane che sono rimaste sul mercato tutelato (circa 10 milioni), ha rivisto al rialzo entrambi i prezzi. La seconda l’intenzione di Edison, che fa capo alla big pubblico francese, Edf di portare in Italia il nucleare di nuova generazione; ovviamente, se sarà possibile dal punto di vista normativo.

 

Per amor di precisione, il gas ha subito a settembre un incremento del 4,8%, continuando così il trend al rialzo dopo un periodo di stasi, mentre per la  bolletta elettrica l’aumento sarà del 18,6% nel quarto trimestre. Diciamolo subito: Arera non ha nessuna colpa, calibra la tariffa in base al prezzo delle materie prime in vista dell’inverno, mentre sono rimasti invariati sia gli oneri accessori così sia la spesa per il trasporto. L’alternativa sulla carta esiste ed è il mercato libero, dove ciascun fornitore (da Eni a Enel, da Edison a Acea, Iren, Hera o A2A) lancia la propria offerta in concorrenza con le altre.

 

Ma le tariffe dell’Arera sono un buon barometro di come probabilmente evolverà il mercato: i rialzi appena decisi comportano per la cosiddetta “famiglia tipo” una spesa di 1.459 euro per assicurarsi il metano che è stato necessario per cucinare, riscaldarsi e far scorrere acqua calda nei rubinetti di casa nell’anno “scorrevole” ottobre 2022 – settembre 2023. Il dato resta in calo del 13,9% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente quando c’era stata la fiammata sui prezzi innescata dalla crisi delle forniture per la guerra in Ucraina ma vale la pena riflettere sul medio lungo periodo. Perchè gli analisti di Goldman Sachs ha appena alzato  il prezzo stimato del gas sul mercato Ttf di Amsterdam, a cui guarda tutta la zona euro, da 42 a 48 euro al MWh avvertendo che, se l’inverno si rivelasse particolarmente rigido il metano potrebbe tornare a 105 euro al MWh, al contrario scendere fino a 24 euro.

 

Malgrado gli stoccaggi di gas italiani siano ormai prossimi alla massima capacità e il governo abbia confermato fino alla fine dell’anno le agevolazioni in bolletta per le famiglie con l’Isee più modesto, non resta insomma che sperare che almeno Giuliacci porti buone notizie. A patto, però, di individuare nel frattempo una soluzione davvero strutturale che non si limiti alle sole rinnovabili, importantissime ma non sufficienti almeno nel breve periodo e considerando i tempi autorizzativi necessari. Qui il pensiero va al nuovo piano industriale di Edison che, prima tra i big dell’energia, è uscita allo scoperto con un progetto appunto per ridare l’atomo agli italiani dopo il referendum che a furor di popolo l’ha vietato poco meno di 40 anni fa, era il 1987. Edison, la cui capogruppo  conta decine di centrali Oltralpe, ha detto in particolare di progettare due impianti nucleari da 340 MW ciascuno basati sulla nuova tecnologia SMR. I reattori, se la legge lo permetterà e il Paese vorrà, potrebbero essere messi in funzione tra il 2030 e il 2040 nell’ambito di un piano industriale che vedrà il gruppo investire complessivamente 10 miliardi spaziando dalle rinnovabili agli impianti di cattura e stoccaggio della CO2. Colpisce chi scrive che Edison abbia deciso di dare l’annuncio in occasione dei suoi primi 140 anni di storia.

Vedremo come evolverà il contesto normativo, dopo le ripetute aperture del governo a valutare il nuovo nucleare pulito e gli studi completati con successo negli Stati Uniti dall’Eni, anche in un ambito pionieristico come quello della fusione nucleare. Il popolo è sovrano, si legge nella Costituzione, ma una cosa è sicura: il prezzo dell’energia e la certezza della fornitura sono fattori centrali nella competitività del Paese e del suo sistema industriale così come per tutelare la capacità di spesa delle sue famiglie. Inflazione docet.