Le quotazioni del gas e dell’elettricità non solo sono ben lontani dai picchi post scoppio della guerra in Ucraina ma si sono sgonfiati fino a tornare ai livelli di giugno 2021 sul mercato internazionale. Malgrado il calo delle materie prime, le famiglie italiane stanno pagando per le bollette di casa il 26% in più rispetto a tre anni fa.
In media l’esborso aggiuntivo medio si attesta attorno ai 328 euro, di cui 153 euro per la luce (+24%) e 175 per il metano (+28%). A poco sono serviti, insomma, anche i quasi 100 miliardi di bonus erogati dai governi Draghi e Meloni per contrastare il caro energia.
Cosa è accaduto allora? Secondo una indagine della Cgia di Mestre i fornitori di energia hanno rimediato all mancanza di liquidità ritoccando caparre e le cauzioni in capo ai consumatori. In sostanza appesantendo la quota fissa presente nelle bollette, ovvero l’importo che può essere considerato pari a un canone mensile.
Gran parte del danno è stato comunque provocato dalla fiammata dell’inflazione, contro cui la Bce ha opposto un’impennata dei tassi di interesse fino al massimo storico del 4,5%. Una risalita tanto rapida e cieca sulle ricadute sulla vita di tutti i giorni da aprire al rischio di un credit crunch e ridurre in macerie il mercato immobiliare.
In particolare, secondo le stime degli artigiani mestrini, l’inflazione ha concorso a far salire il costo delle bollette, avendo contribuito ad impennare gli indici dei prezzi al consumo del gas del 60% e della luce del 93%.
Non può tuttavia sfuggire, aggiungiamo noi, il pesante aggravio economico per le famiglie e quindi di concorrenza per le imprese, causato dal divieto di installare centrali nucleari sul suolo nazionale.
Una beffa a cui ora stanno provando a porre rimedio da un lato il governo studiando un diverso contesto normativo e dall’altro i big del settore investendo sia sulle nuove tecnologie per la fissione nucleare di ultima generazione sia per vincere la sfida della fusione.
Giova ricordare che il prezzo italiano dell’energia elettrica è oggi il quarto più elevato della eurozona (378 euro al megawattora nel primo semestre del 2023). Il gas, invece, è tra i più contenuti (98 euro).
Tornando alle bollette, i contraccolpi maggiori a livello di prezzo si registrano a Nordest con un rincaro medio annuo delle bollette di luce e gas pari a 457 euro (+33%) tra il 2021 e i 2023, seguono il Nordovest, il Mezzogiorno e, infine, il Centro Italia.
Non ne esce particolarmente bene, tuttavia, nemmeno il principio della libera concorrenza. Tra il 2021 e il 2023 sebbene l’escalation dei prezzi delle bollette della luce abbia interessato tutti, si è rivelato molto più pesante sul mercato libero (+136%) rispetto a quanto sia accaduto sul mercato tutelato (+34%).
Giova ricordare che lo scorso gennaio è terminato il servizio di tutela per il gas, pur prevedendo un passaggio graduale degli utenti fragili, e che da luglio è atteso lo stop per l’energia elettrica.
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Quanto al gas naturale, infine, nell’ultimo anno i prezzi del tutelato sono scesi di circa un terzo (-31%) mentre quelli del mercato libero sono aumentati del 6% circa.