Finanza

Auto, Dongfeng bussa alla porta del governo

Il gruppo cinese: “Italia strategica, siamo pronti a produrre 100mila auto”. Male le immatricolazioni a marzo

DongFeng italia cina © welcomia e studio casper tramite Canva.com

Il suo nome significa “vento dell’est” e potrebbe essere la tempesta diplomatica con cui il governo Meloni spera di convincere Stellantis a far lavorare di più i suoi stabilimenti in Italia, oggi in crisi occupazionale, affidandogli nuovi modelli. Le maggiori preoccupazioni sono per Mirafiori.

Si tratta di Dongfeng, la casa automobilistica del Dragone che si è detta interessata a valutare l’apertura di un impianto nel nostro Paese. Obiettivo: produrre almeno 100mila vetture ogni anno.

Allo stato attuale sono in corso alcune trattative preliminari ma il ministro delle Imprese, Adolfo Urso potrebbe incontrare presto anche la connazionale Chery, i cui vertici sembra arriveranno in Italia domani per altri impegni di business, in particolare con Intergea che è attiva nella distribuzione dei veicoli.

Come ha spiegato all’agenzia Bloomberg il direttore delle operazione in Europa di DongFeng, Qian Xie, l’Italia rappresenta  uno “dei maggiori mercati automobilistici d’Europa” e quindi per Pechino poter localizzare un proprio impianto “significa poter rifornire tutti gli altri paesi” del Vecchio Continente.

In breve la fabbrica nelle strategie di Dongfeng sarebbe un perfetto cavallo di Troia per conquistare il mercato europeo, dando del filo da torcere in casa alla tedesca Volwswagen e alla francese Renault.

Ma soprattutto alla franco-italiana Stellantis che si appena rimangiato il nome “Milano” per il nuovo suv dell’Alfa Romeo, ribattezzandolo Junior davanti alla accuse di Italian sounding visto che la macchina sarà prodotta in Polonia.

In ogni caso, una vittoria politica a metà per il governo visto che Stellantis non è certo tornata sui propri passi e che produrrà in Serbia la sua Panda elettrica dicendo “ciaone” a Pomigliano. Senza contare che anche LeapMotor ha scelto la Polonia per la sua nuova piccola, assestando così uno schiaffo a Mirafiori.

Va però ricordato che Dongfeng, a cui fanno capo brand come “Seres” e “Voyah”, è però già alleata di Stellantis. Un bel cortocircuito per l’amministratore delegato Carlos Tavares e per il suo braccio di ferro con Urso.

La stessa Dongfeng inoltre è alle prese con la frenata subita dal mercato mondiale dell’elettrico. Di oggi i dati relativi all’Europa, Regno Unito compreso: a marzo le immatricolazioni complessive sono calate del 2,8% a 1,38 milioni di unità rileva Acea, cioè l’associazone che riunisce i costruttori europei. Male Stellantis che ha ceduto l’8,7% su scala europea e ha visto ridursi la quota di mercato dal 17,6 al 16,5%.

Il mercato resta invece in progresso su base trimestrale (+4,9%). Mette il dito nella piaga il Centro studi Promotor, evidenziando che tutto questo si traduce in una “contrazione decisamente severa” (-21,9%) rispetto al livello dell’ultimo marzo ante-pandemia, che è quello del 2019.

La ripresa del mercato delle autovetture nell’area iniziata in agosto 2022 – proseguono gli analisti – dopo un primo calo nel dicembre scorso (-3,8%) e un recupero in gennaio e febbraio di quest’anno, si è quindi interrotta.

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Non solo a marzo hanno tirato il frena quattro dei cinque maggiori mercati europei: cioè quello tedesco (-6,2%), quello spagnolo (-4,7%), quello italiano (-3,7%) e quello francese (-1,5%).

A pesare è stata proprio la battuta d’arresto nelle immatricolazioni di autovetture elettriche: a marzo le Bev vendute sono state infatti 196.411 contro le 220.778 di un anno prima (-11%), mentre colano a picco le auto con la spina sia in Germania (-28,9%) sia in Italia (-34,4%). Altra dimostrazione che, senza gli incentivi, la crociata  per la mobilità sostenibile agognata dall’Unione Europea resta impiccata alla colonnina.

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