Borse: in festa per i dati sull’inflazione si dimenticano della guerra

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Fanno festa i mercati americani. Soprattutto il Nasdaq, salito oltre il 7%. Sale un pò tutto, tutto perchè scende l’inflazione. E’ una buona notizia per la Federal Reserve e la Casa Bianca dopo mesi di aumenti dei prezzi.

L’indice dei prezzi al consumo è rallentato al 7,7%, meno del 7,9% che gli analisti si aspettavano e in calo dall’8,2% nell’anno fino a settembre.

Il rapporto fornisce le prime prove che la campagna della Fed per rallentare la rapida inflazione potrebbe aiutare ad allentare le pressioni sui prezzi, lavorando insieme alla recente guarigione nelle catene di approvvigionamento. La banca centrale ha alzato i tassi di interesse da quasi zero a quasi il 4% quest’anno mentre cerca di rallentare la domanda dei consumatori e delle imprese e dare all’offerta una possibilità di recuperare.

La festa è cominciata subito dopo sui listini azionari che hanno reagito in maniera straordinariamente positiva. L’S&P 500 è salito del 5,5%, la sua migliore performance giornaliera da aprile 2020.

Ma giovedì un coro di banchieri centrali ha sottolineato che c’è ancora molto lavoro da fare per garantire che gli aumenti dei prezzi tornino a un ritmo normale e ha affermato in modo uniforme che non hanno finito di aumentare i tassi di interesse. Il dato di ottobre mostra che si stanno facendo progressi nel ridurre l’inflazione, senza rinunciare a tutti i progressi che sono stati fatti in termini di crescita economica e creazione di posti di lavoro.

I nuovi dati sono ancora lontani dall’essere una vittoria. I banchieri centrali hanno segnalato che vorrebbero rallentare presto i loro aumenti dei tassi e gli investitori si aspettavano fortemente che il calo avvenisse a dicembre dopo i nuovi dati sull’inflazione.

Ora tutti si aspettano un rallentamento nella politica dei rialzi dei tassi. Vedremo cosa deciderà Powell. La Fed punta a un’inflazione media del 2% nel tempo, ancora tanto lontana dal 7,7% di ieri.

La banca centrale ha imparato dall’esperienza degli anni ’70, quando i funzionari non furono mai abbastanza risoluti nell’aumentare i tassi di interesse per eliminare completamente gli aumenti dei prezzi. Poiché l’inflazione è rimasta alta per anni, le imprese e i consumatori hanno iniziato ad aspettarselo e hanno modificato il loro comportamento in modi che hanno reso l’inflazione ancora più difficile da controllare.

Un ultimo aspetto. I dati dei mercati di ieri dimostrano che l’inflazione pesa sui temi finanziari molto più di quanto non pesi la guerra, un elemento che dovrebbe far riflettere non poco gli investitori.

Leopoldo Gasbarro 11/11/2022

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