Finanza

Cosa c’è dietro “il patto dei tank” tra Leonardo e Rheinmetall

Ordini da 20 miliardi in 10 anni per 280 carri e 1.000 cingolati più leggeri: l’asse Roma-Berlino rappresenta la svolta

cingolani carro armato © Yarinca tramite Canva.com

Un accordo che può cambiare l’industria militare, l’esercito italiano e soprattutto la geopolitica. Ieri Leonardo e il gruppo tedesco Rheinmetall hanno firmato l’intesa preliminare per dare vita a un’alleanza negli armamenti terrestri: le due realtà hanno firmato un MoU (Memorandum of Understanding) per creare una joint venture paritetica con l’obiettivo di sviluppare un approccio industriale e tecnologico nel campo dei sistemi di difesa terrestre. Entrando nel dettaglio, l’accordo prevede la produzione di un carro armato di nuova concezione capace di individuare e distruggere missili e droni in volo e di diventare una centrale operativa mobile. L’attuazione del MoU siglato ieri sarà soggetta alla preventiva approvazione delle Autorità di regolamentazione competenti, tra cui la Commissione Europea e le rispettive Autorità nazionali garanti della concorrenza.

In base a quanto sancito dall’intesa, l’Italia comprerà 240 carri armati per una spesa da 20 miliardi di euro, compresi 1.000 veicoli cingolati da combattenti. Come evidenziato da Repubblica, si tratta del programma militare più costoso degli ultimi decenni, superiore anche agli F35 e alle costruzioni navali. Rheinmetall ha a disposizione prodotti più avanzati rispetto a Leonardo, in particolare è in corso di sviluppo il carro armato Panther e nei veicoli blindati cingolati hanno già prodotto il Lynx, acquistato dall’Ungheria.

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Armin Papperger, Ceo di Rheinmetall, ha sottolineato come “stiamo unendo le forze per realizzare progetti ambiziosi. Vogliamo stabilire insieme nuovi standard e aprire le porte a una nuova generazione di tecnologie all’avanguardia per veicoli da combattimento, in e per l’Europa. In questo modo ci rivolgiamo al mercato italiano e ad altri paesi partner che hanno bisogno di modernizzazione nel campo dei sistemi di combattimento”. “Le sinergie industriali e tecnologiche tra Leonardo e Rheinmetall rappresentano un’opportunità unica per sviluppare carri armati e veicoli di fanteria all’avanguardia. Consideriamo questo accordo un contributo fondamentale verso la creazione di uno spazio della difesa europeo”, la soddisfazione di Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo.

Un dettaglio molto importante dell’accordo tra le due realtà riguarda le linee di assemblaggio finale, i test di omologazione dei mezzi, le attività di consegna e il supporto logistico, che verranno realizzati in Italia con una quota italiana del 60 per cento. Tutta la parte più avanzata dei lavori sarà nostrana, una precisazione necessaria che testimonia la volontà di Roma di diventare protagonista in un settore destinato a crescere con forza. L’obiettivo è chiaro, limpido: in poco più dieci anni l’Italia può diventare l’esercito con la forza corazzata più forte del continente.

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Lungimiranza e visione, certo. Ma dietro questo accordo c’è anche altro. I carri armati sono protagonisti dei conflitti in corso a livello internazionale, basti pensare alla guerra in Ucraina. E l’intesa siglata da Leonardo ha la forza e l’ambizione di cambiare l’industria militare  e persino l’esercito italiano, quantomeno in prospettiva. Fondamentale la componente geopolitica: l’accordo riguarda Italia e Germania e taglia fuori la Francia. E attenzione: l’accordo bilaterale tra Roma e Berlino potrebbe ripetersi in altri settori chiave, basti pensare ai sottomarini. Acquisire peso e rilevanza, con buona pace di chi descrive sempre l’Italia come un Paese in difficoltà: presto potremmo vantare la corazzata più forte del Vecchio Continente.

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