Effetto Fed sulla Bce? La Borsa ci spera

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La prima sessione dopo la storica decisione della Fed di tagliare i tassi d’interesse di 50 punti base ha portato un’ondata di entusiasmo nei mercati. Un cambio di rotta significativo: dalla priorità inflessibile di combattere l’inflazione, la Fed sembra ora concentrata nel sostenere l’economia e mitigare un rallentamento troppo brusco. I mercati hanno risposto con un grande rally, segno che gli investitori stanno scommettendo su un atterraggio morbido e vedono affievolirsi i timori di una recessione.

La reazione è stata forte soprattutto sulle azioni. Il Dow Jones è balzato di oltre 500 punti, superando per la prima volta la soglia dei 42.000, mentre l’S&P 500 ha guadagnato l’1,7%, registrando così la sua terza miglior performance giornaliera dell’anno. Entrambi gli indici hanno toccato nuovi massimi storici, con l’S&P 500 che ha segnato il suo 39° nuovo massimo storico del 2024, ampliando il rally di quest’anno a quasi il 20%. È impressionante vedere come il mercato continui a riscrivere la propria storia, giorno dopo giorno.

La tecnologia, ancora una volta, è stata la regina della giornata, confermandosi al vertice delle performance giornaliere tra gli 11 settori dell’indice statunitense per la quarantunesima volta. Al contrario, i beni di prima necessità hanno chiuso in fondo alla classifica, segnando la loro quattordicesima sconfitta dall’inizio dell’anno.

Questo rally diffuso riflette una fiducia crescente nella capacità della Fed di mantenere il giusto equilibrio tra il controllo dell’inflazione e la protezione della crescita economica. I dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione, che sono scesi oltre le aspettative, rafforzano questa fiducia. In effetti, il calo delle richieste settimanali a 219.000, ben al di sotto delle stime di 230.000, segna il livello più basso degli ultimi quattro mesi. È un segnale che, nonostante un rallentamento nelle nuove assunzioni, il mercato del lavoro resta solido e i datori di lavoro preferiscono ridurre le assunzioni piuttosto che ricorrere a licenziamenti significativi.

Nonostante la decisione della Fed sia ormai stata recepita, l’attenzione verso la banca centrale Usa non sciama. Giovedì si terrà il prossimo discorso del presidente della Fed Jerome Powell, che sarà osservato da vicino per individuare eventuali segnali di un tono da falco, dato che la banca centrale sta valutando l’impatto iniziale del taglio dei tassi.

Powell si è sempre adoperato per garantire che l’economia statunitense non perda la sua posizione a livello globale. Per questo la sua retorica, finora, è stata piuttosto forte. Se la mossa della Fed si rivelerà ancor più efficace di quanto si pensasse, ci si potrebbe aspettare una sorta di emulazione da parte dei capi delle altre banche centrali di tutto il mondo.

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