Fiducia sull’euro, sul dollaro, o fiducia sull’oro? Dipende a chi lo chiedi: in Europa, dove l’eurozona ha sfiorato più volte la tragedia, governi e banche centrali hanno giurato fedeltà alla Bce, ma negli ultimi dieci anni hanno comprato o ripreso sotto il proprio controllo diretto oltre duemila tonnelate di lingotti d’oro purissimo che erano da quasi settant’anni in custodia fiduciaria segreta presso la Fed di New York e la Bank of England di Londra.
Una fuga dal “rischio” che non ha precedenti dal dopoguerra: solo nel 2019, le banche centrali hanno acquistato oro per quasi 40 miliardi di dollari. Tra ottobre e dicembre dell’anno scorso, Russia, Ungheria, Slovacchia, Polonia Serbia hanno preso la testa del mercato europeo, con Cina, Turchia e India che dominavano sugli acquisti di oro per le proprie riserve. Per fare che cosa? Mistero.
Al contrario, Banca d’Italia non ha mai richiamato in patria un solo grammo delle 1.500 tonnellate d’oro nazionale che sono in custodia estera, in gran parte americana. Del resto, non è chiaro nemmeno a chi appartengano le 2.450 tonnellate d’oro purissimo che lo Stato italiano aveva affidato a Bankitalia: sono 95.493 lingotti e 871mila monete d’oro provenienti da varie parti del mondo e risalenti ad epoche diverse. Al prezzo attuale, è un tesoro sepolto di circa 200 miliardi di euro: pochi per tagliare il debito, ma soldi benedetti in un periodo nero come questo.
C’è grande speranza sugli Eurobond, ma se il negoziato con l’Europa non decolla presto, potrebbe essere opportuno chiarire definitivamente con la Bce il controverso rebus sulla proprietà dell’oro italiano. Tanto più perché i tedeschi, che dopo la crisi del debito hanno riportato a Berlino quasi 300 tonnellate d’oro che la Fed di New York non sembrava volergli restuire volentieri, sono molto più attenti e prudenti degli italiani anche sotto il profilo dell’oro di famiglia.
Secondo le stime dello studio “Goldbesitz der Privatpersonen in Deutschland” condotto dal Centro di ricerca federale per i servizi finanziari, i risparmiatori e gli investitori privati tedeschi posseggono in questo momento oltre 9mila tonnellate metriche di lingotti d’oro, una quantità di poco superiore al totale dei lingotti e delle monete d’oro posseduti dai “privati” italiani e da quelli francesi messi insieme! Per quale ragione lo facciano, è ancora una volta una questione delicata. Non solo.
La ReiseBank ha appena pubblicato uno studio dettagliato su quanto oro appartiene ai tedeschi: si intitola “Deutsche privatehaushalte” (significa “famiglie private tedesche”). La Germania, secondo la banca tedesca, possiede il 6,5% di tutto l’oro finora estratto dalla terra sommando l’oro privato a quello della Bundesbank. All’inizio del 2019 CFin stimava che il popolo tedesco possedesse circa 9mila tonnellate di oro fisico in lingotti, monete e gioielli, mentre nel 2010 la stima era di 7.558 tonnellate.
In altre parole, la riserva d’oro privata tedesca è aumentata di 1.360 tonnellate in dieci anni. In Italia, è addirittura scesa: a fine 2019, l’oro “di famiglia” degli italiani ammontava a circa 5.707 tonnellate: l’11% in meno rispetto al 2010. Non è per fare sovranismo spicciolo, cosa estremamente lontana da me, ma solo per buon senso e amor di patria, specialmente in un momento così triste e incerto per tutti. Se una riserva nazionale è davvero strategica, non c’è niente di più importante (e strategico) che usarla bene per un buon fine comune: salvare l’Italia cos’è?