Finanza

Il fascino della volatilità

Lo strabismo di Venere

Lo strabismo di Venere è un piccolo difetto che aggiunge fascino allo sguardo; trae il suo nome dal dipinto di Botticelli, La Nascita di Venere, in cui il pittore ritrasse Venere, dea della bellezza, con gli occhi non perfettamente in asse.

Proprio perché leggerissimo, questo difetto, ha un suo fascino particolare, gli occhi infatti non riescono a fissare contemporaneamente lo stesso punto; basta però che la deviazione sia più ampia e lo sguardo perde del tutto la sua bellezza.

Parte dei risparmiatori italiani hanno portato questo difetto nel campo degli investimenti: non riescono infatti a vedere con gli stessi occhi i mercati finanziari, per cui le oscillazioni – positive e negative – non vengono viste e valutate con lo stesso metro di giudizio il che finisce per stravolgere lo sguardo e questo risulta assolutamente e definitivamente privo di fascino.

Dopo più di un anno all’insegna della crescita per tutti i mercati, azionari e obbligazionari, questa estate, soprattutto durante il mese di settembre, è ritornata prepotentemente in voga la volatilità.

Ritorno dell’inflazione in Europa e negli Stati Uniti, rallentamento in Cina complici i provvedimenti del governo cinese e la vicenda Evergrande, aumento dei prezzi di gas e petrolio, carenza nelle forniture di alcuni beni (come i semiconduttori, fondamentali nella catena produttiva delle aziende di tutto il mondo), dibattito negli Usa sullo sforamento del debito, insomma tanti elementi che hanno portato tensione sui mercati come non si vedeva da mesi e un calo delle quotazioni degli indici nell’ordine del 5%; e poiché con tassi così bassi il rischio inflazione impatta anche le obbligazioni si sono aggiunte perdite (più piccole) anche nel mercato dei bond.

Come dicevamo tornando allo strabismo di Venere, un leggero difetto aggiunge addirittura fascino, quando invece la deviazione aumenta a dismisura assume un aspetto patologico e perde tutta la sua bellezza.

E che succede poi? Che moltissimi, anche sulla scia delle notizie strillate dai giornali, iniziano a scrivere e a telefonare in preda al panico chiedendo se è il momento di vendere tutto e mettersi in liquidità, e purtroppo ad avere questo strabismo nelle valutazioni sono sempre gli stessi che lo hanno già fatto magari nel 2001-02, nel 2007-08, e poi nel 2011-12 e lo scorso anno.

E ogni volta hanno sbagliato, sono usciti dal mercato e sono stati fuori quando questo – puntualmente e inaspettatamente – ha rimbalzato, finendo per perdere l’ennesima occasione.

Una parte di colpa ce l’ha anche la stampa fatemelo dire: definire “il lunedì nero” un calo delle borse del 2-3% passa ovviamente un messaggio sbagliato; un conto è quando fu scritto per il vero lunedì nero del 1987 con il Dow Jones che perse il 22% in un giorno, un altro fatto è riportarlo per un’oscillazione del 2-3%, oltretutto con mercati che fanno ancora – tranne la Cina – in media oltre il 10% da inizio anno.

Se non accetti di vedere queste fluttuazioni dovresti lasciar perdere.

(i ragionamenti seguenti prendono spunto dal blog del solito Charlie Bilello)

L’oracolo degli investitori di tutto il mondo, il leggendario Warren Buffett, ricorda le sue due regole più importanti negli investimenti:

“Regola n. 1: mai perdere soldi, Regola n. 2: mai dimenticare la regola n. 1”.

Il problema è che chi investe sa benissimo che rispettare la regola n. 1 è sostanzialmente impossibile, chiunque abbia un passato da investitore sui mercati finanziari ha avuto le sue perdite, Buffett stesso ha avuto diversi momenti nella sua lunghissima carriera in cui ha perso soldi, avere e sopportare i famosi “drawdown” del mercato è la norma e non l’eccezione ed è il famoso “prezzo” che paghi per ottenere i maggiori guadagni di lungo termine statisticamente portati dalle azioni rispetto alle obbligazioni ed alla liquidità.

Nel lungo periodo infatti la azioni hanno consegnato ai loro possessori rendimenti più alti rispetto alle obbligazioni nell’ordine del 4,5% per ogni anno, è il cosiddetto “premio al rischio” che ha compensato gli investitori per aver sopportato maggiore volatilità e maggiori cali delle quotazioni in alcuni momenti.

Momenti che ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre!

I guadagni sono arrivati ma vale la pena ricordare che non sono garantiti e che quindi serve grande chiarezza di intenti e capacità di tollerare i movimenti negativi del mercato, d’altronde non c’è alternativa.

Insomma, per avere questo   

 

devi tollerare questo

 

Massimiliano Maccari