Anche Fitch porta l’Italia sull’orlo del baratro. Il declassamento è praticamente l’anticamera dell’inferno visto che se le cose non cambieranno, per la prossima valutazione l’agenzia di rating potrebbe decidere di trasformare i titoli di stato italiani in spazzatura. I motivi per cui Fitch non è già andata oltre sono legati a questo paragrafo del rapporto:
Il settore privato italiano ha alcune riserve per resistere al forte deterioramento a breve termine delle prospettive economiche. L’Italia ha registrato un miglioramento dei saldi finanziari delle famiglie e delle imprese dal 2012. Il debito delle famiglie è estremamente basso (53% del PIL nel 3 ° trimestre 19) e la ricchezza finanziaria netta (attività finanziarie meno passività finanziarie) al 195% del PIL è ben al di sopra del livello la zona euro (153%).
Un paragrafo che suona come un monito per i risparmi degli italiani. Fitch si concentra poi anche sulla possibile difficoltà che dovrà affrontar eil mondo bancario italiano.
Le prospettive del settore bancario si sono deteriorate dopo lo shock COVID-19 rispetto alle nostre precedenti aspettative di stabilizzazione delle prestazioni e ulteriore miglioramento della qualità delle attività nel 2020. Fitch ha rivisto le prospettive settoriali in negative a stabili e ha anche rivisto le prospettive sulla valutazione di l’ambiente operativo per le banche da negativo a stabile nel marzo 2020. La profonda recessione amplificherà probabilmente i rischi di qualità del credito e farà pressione sugli utili e sulla redditività per il settore bancario. Le misure di sostegno del governo per i settori delle imprese e delle famiglie, comprese le garanzie statali sui prestiti alle PMI, dovrebbero in parte sostenere la qualità degli attivi e in parte mitigare l’impatto negativo sulle banche.
Ecco il testo originale di Fitch con le motivazioni per la decisione presa.
DRIVER DI VALUTAZIONE CHIAVE
Il declassamento degli IDR italiani riflette i seguenti fattori chiave di valutazione e i relativi pesi: Il declassamento riflette il significativo impatto della pandemia globale COVID-19 sull’economia italiana e sulla posizione fiscale del sovrano. Fitch prevede una contrazione del PIL dell’8% nel 2020 e i rischi per questa previsione di base sono inclinati al ribasso, poiché si presume che il coronavirus possa essere contenuto nel 2H20, portando a una ripresa economica relativamente forte nel 2021. In caso di un secondo ondata di infezioni e la diffusa ripresa delle misure di blocco, i risultati economici sarebbero più deboli per il 2020 e il 2021.
Il rapporto tra debito pubblico lordo (GGGD) e PIL aumenterà di circa 20 punti percentuali quest’anno. La nostra previsione GGGD di base è del 156% del PIL entro la fine del 2020, rispetto all’attuale mediana “BBB” del 36% del PIL. Secondo il nostro scenario di dinamica del debito di base, il rapporto GGGD / PIL si stabilizzerà a questo livello molto elevato nel medio termine, sottolineando i rischi di sostenibilità del debito.
La prospettiva stabile riflette in parte la nostra opinione che gli acquisti netti di attività della BCE faciliteranno la sostanziale risposta fiscale dell’Italia alla pandemia di COVID-19 e faciliteranno i rischi di rifinanziamento mantenendo i costi di prestito a livelli molto bassi almeno nel breve termine. Tuttavia, la pressione al ribasso sul rating potrebbe riprendere se il governo non attuasse una crescita economica credibile e una strategia fiscale che rafforzi la fiducia nel fatto che il debito pubblico / PIL sarà posto nel corso del tempo verso il basso.
Le dimensioni (750 miliardi di euro) e la flessibilità del programma di acquisto di emergenza pandemica della BCE (PEPP) riducono i rischi di rifinanziamento per l’Italia a breve termine e contribuiranno a facilitare la sua risposta fiscale alla crisi. I rendimenti obbligazionari inferiori e un lungo periodo di allentamento quantitativo sono destinati a sostenere il merito creditizio in quanto riducono l’onere del servizio di interesse. Tuttavia, secondo Fitch, i bassi rendimenti obbligazionari riflettono in parte le prospettive di crescita del PIL nominale basso e non forniscono un supporto illimitato ai rating sovrani, sia in termini di un determinato livello di rating sia per un periodo di tempo illimitato. Lo spazio fiscale creato dai minori costi dei servizi di interesse dal 2015 non è stato utilizzato per ridurre lo stock di debito e finanziare le riforme che favoriscono la crescita: GGGD alla fine del 2019 era del 134,8%, solo 0,5 punti percentuali al di sotto del livello del 2015. Secondo Fitch, una riduzione dei rendimenti più lunghi ridurrà anche gli incentivi per i futuri governi a rendere la riduzione del debito pubblico e le riforme strutturali a favore della crescita una priorità politica.
Gli IDR “BBB-” italiani riflettono anche i seguenti fattori chiave di valutazione:
Il rating è supportato da un’economia diversificata e ad alto valore aggiunto, con indicatori RNL pro capite, governance e sviluppo umano molto più forti rispetto alle mediane del gruppo di pari.
Fitch prevede una crescita del 3,7% del PIL nel 2021, riflettendo un rimbalzo tecnico dopo lo shock COVID-19 di quest’anno. La forza della ripresa oltre il 2021 è altamente incerta, date le debolezze sottostanti dell’economia. Le scarse prestazioni a seguito della crisi finanziaria globale, quando solo circa la metà della produzione perduta è stata recuperata entro il 2012, sono anche un segnale di avvertimento.