Finanza

Il Tesoro pronto a cedere fino al 29% di Poste. Ecco che cosa accadrà

Azioni anche ai dipendenti. L’offerta pubblica di vendita potrebbe scattare a settembre, il 20 marzo il nuovo piano

giorgetti poste - 1 © Melodir tramite Canva.com

La vendita sul mercato della seconda tranche di Poste Italiane si avvicina. Il governo ha spedito venerdì in Parlamento il Dpcm, consegnandolo alle commissioni competenti. Si tratterà di una Opv, cioè di una “Offerta pubblica di vendita” a valle della quale lo Stato italiano conserverà nelle sue mani una quota non “inferiore al 35%” del capitale di Poste.

Significa che potrà essere collocato fino al 29% del capitale. Tesoro e Cassa depositi e Prestiti oggi controllano rispettivamente il 29% e il 35% del gruppo guidato dall’amministratore delegato Matteo Del Fante, che ha appena presentato un bilancio con ricavi aumentati del 5,4% a 12 miliardi e un utile di 1,9 miliardi (+22,1%), staccando un miliardo di dividendi per i suoi azionisti, di cui 600 milioni finiranno allo Stato. La cedola unitaria, che sarà sottoposta all’ok dell’assemblea dei soci, è di 0,8 euro.

Ma torniamo al collocamento della seconda tranche. Nel documento del governo si legge che la cessione potrà  essere effettuata “anche in più fasi”, coinvolgendo sia investitori istituzionali italiani ed esteri sia i piccoli risparmiatori sia ancora gli stessi dipendenti del gruppo Poste.

Per esempio ai piccoli investitori potrebbe essere riservato circa un terzo dell’offerta. Ed è facile indovinare che potrebbe essere inserito una sorta di incentivo alla sottoscrizione: come concedere una piccola percentuale di azioni gratuite sul pacchetto sottoscritto se il risparmiatore ne mantiene il possesso per almeno un anno.

Un po’ come è avvenuto con il premio fedeltà del Btp Valore, che remunera di un altro 0,7% i cassettisti che decideranno di conservarlo in portafoglio fino alla scadenza. Naturalmente si tratta di profili di rischio diversi e di strumenti differenti, visto che il primo è un bond e la seconda una azione, ma la filosofia di fidelizzazione messa in atto dal Tesoro è simile.

Il controvalore potenziale dell’Opv è prossimo a 4 miliardi, considerando l’attuale capitalizzazione di Borsa di Poste si aggira sui 14 miliardi. Anche se, come detto, per attrarre gli investitori a partecipare all’offerta pubblica di vendita il Tesoro dovrà concedere uno sconto.

Quanto ai tempi, sul mercato si scommette che il momento giusto per far partire l’Opv potrebbe essere settembre o, con meno probabilità giugno. In ogni caso, la prossima tappa è il nuovo piano industriale che Del Fante presenterà alla comunità finanziaria il 20 marzo.

Il collocamento della seconda tranche di Poste rientra nel piano di cessioni annunciato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in occasione della Nota di aggiornamento del Def prospettando un piano da 20 miliardi per ridurre il debito pubblico, così da affrontare con maggiore serenità il giudizio delle agenzie di rating dopo il ritorno il vigore del Patto di Stabilità europeo.

Per approfondire leggi anche: Il Tesoro vende il 25% di Monte dei Paschi e manda un segnale ai gufi dello spread.

Rientra nel progetto anche la già avviata dismissione di Monte dei Paschi. A cui potrebbe aggiungersi, secondo alcune ricostruzioni, anche la decisione del governo di cedere una quota delle Ferrovie dello Stato (oggi al 100% pubblica) e forse di  Enav, che è già quotata in Borsa.

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