I lavoratori di Borsa italiana sono pronti a scendere in piazza contro l’azionista francese Euronext che la controlla. Potrebbe sembrare un gioco di parole per Palazzo Mezzanotte che si affaccia su Piazza Affari, ma non è così.
Quello indetto dai sindacati è il primo sciopero della storia per una istituzione che ha accompagnato lo sviluppo del nostro Paese, che prima ha visto gli agenti di cambio riempire dei loro gesti la “Sala delle grida” e che poi è stata inghiottita nel silenzio del mercato telematico e dei suoi computer.
Si tratta del primo sciopero della storia per una istituzione che dal punto di vista azionario, dopo essere stata di proprietà delle banche è passata prima sotto l’ombrello inglese del London Stock Exchange. Nel 2021 ha però riattraversato La Manica per finire a Parigi da Euronext in cambio di un bonifico da 4,4 miliardi.
Si tratta del primo sciopero della storia per una istituzione che rappresenta una leva fondamentale per il finanziamento e quindi per la crescita delle imprese accanto al finanziamento bancario. Ecco perché Piazza Affari è strategica per la tenuta e la crescita del Pil nazionale.
Euronext– attaccano i sindacati Fabi, First Cisl e Fisac Cgil – sta disinvestendo dall’Italia in modo “costante, sistematico e complessivo”, di fatto svuotando dall’interno le stutture nazionali. Un po’ come potrebbe fare il tarlo del legno, scavando morso dopo morso i suoi cunicoli.
L’astensione del lavoro choc, anche se di appena due ore, avrà luogo il 27 giugno, proseguono le sigle sindacali sottolineando come avviare lo stato di agitazione sia stata una decisione unanime ma “lungamente meditata e sofferta”, nonchè “storica, perchè mai prima sperimentata”.
Per che cosa stanno combattendo i sindacati? Sostanzialmente per quattro cose:
- la tenuta dell’occupazione, quindi contro i progetti di delocalizzazione.
- ottenere anche in Piazza Affari il netto e generoso aumento dei salari spuntato dagli stessi sindacati dei bancari per i lavoratori del credito. Quando invece il gruppo Euronext, malgrado abbia il bilancio solido, avrebbe deciso di non corrispondere quasi nulla ricorrendo all’assorbimento degli “ad personam”.
- frenare il ricorso al lavoro straordinario, nel fine settimana e notturno.
- riportare a Milano la governance, contro il progressivo trasloco di ogni potere decisionale a Parigi e la “progressiva perdita di autonomia direzionale e strategica delle società italiane del Gruppo”.
“Questa è una vertenza sindacale e non politica”, ha subito messo in guardia Lando Maria Sileoni che guida da Fabi, cioè il primo sindacato dei bancari. Euronext e Borsa italiana hanno subito replicato, evidenziando i massicci investimenti effettuati (anche per installare in Italia la clearing house europea) e i posti di lavoro creati.
Dopo lo sciopero del 27 giugno, è già stato fissato un fitto calendario di mobilitazioni per le controllate di Borsa italiana: da Monte Titoli a Mts fino alla Cassa di Compensazione e Garanzia.
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Si tratta di tutti gli organi che permettono il funzionamento di Piazza Affari, e quindi la regolare compravendita di azioni, obbligazioni, fondi e derivati. Vi racconteremo come vedere come va a finire.