Inflazione: è un “ritorno al passato”. Bisogna conoscerla per affrontarla

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Le decisioni di investimento che prendiamo nell’arco della nostra vita sono fortemente connesse alle esperienze che abbiamo vissuto, specialmente nella prima parte dell’età adulta.

L’essere nato alla fine degli anni 70 offre sicuramente alcuni vantaggi, in particolare l’aver potuto vedere alla tv a colori (e per i lettori più giovani: sì, era già stato inventato il telecomando!) alcune delle sit-com fra le più belle che siano mai state girate nella storia della televisione. Mork e Mindy, I Jefferson, Happy Days e Genitori in Blue Jeans mi hanno accompagnato nella giovinezza e sono tuttora famose e replicate su molte piattaforme streaming e canali tv.

Nelle ultime settimane mi sto riguardando in lingua originale Family Ties/Casa Keaton, la serie tv che assieme al film Ritorno al futuro rese famoso Michael J. Fox, grandissimo attore che oggi purtroppo combatte col morbo di Parkinson. In quel periodo recitò contemporaneamente sia alla sit-com che al film lavorando giorno e notte, ma ne valse la pena. Infatti, ancora oggi, se dovesse camminare per le vie di una qualsiasi città del mondo, la gente lo ricorderebbe come Martin McFly, il protagonista di Ritorno al futuro.

Nella serie Family Ties invece il suo personaggio era Alex P. Keaton, un ragazzo di 17 anni che, in opposizione alle idee hippy dei genitori, ha valori conservatori e si mostra interessato alla finanza e all’economia. È inoltre un grande ammiratore dei presidenti Reagan, Nixon e Hoover e dell’economista Milton Friedman.

Negli ultimi giorni però, un episodio ha catturato enormemente il mio interesse. Alex era andato a trovare la nonna ed assieme ai genitori ed allo zio ricordavano il nonno scomparso a cui Alex era molto legato. Condividevano infatti la passione per la Borsa e si divertivano a spulciare l’elenco dei titoli quotati e a scommettere su quale società sarebbe cresciuta di valore nei mesi successivi.

Spesso poi ci azzeccavano! Suo nonno gli sembrava davvero un grande investitore. Parlandone ulteriormente col padre scoprì però, con sua grande sorpresa, che il nonno non investì quasi mai in Borsa, preferendo invece i certificati di deposito bancari, i titoli di stato e così via. Alex incredulo ne chiese il perché, ed ebbe come risposta il fatto che il nonno aveva vissuto sulla sua pelle la Grande Depressione. Faceva infatti parte di una generazione che aveva visto dalla sera alla mattina svanire gran parte dei propri risparmi e posti di lavoro. Di conseguenza la prima cosa che cercava in un investimento era la sicurezza.

Questa piccola lezione di finanza comportamentale ci arriva nei primi anni 80, ben prima degli studi di Kahneman, Smith, Thaler e molti altri sull’importanza della ricerca psicologica all’interno dell’economia. Già allora era infatti chiaro che le decisioni di investimento che prendiamo nell’arco della vita sono fortemente connesse alle esperienze che abbiamo vissuto, specialmente nella prima parte dell’età adulta.

Se una persona è cresciuta durante un periodo di mercato Toro per l’azionario, da adulta sarà più portata ad investire nell’azionario rispetto a chi è stato ragazzo quando questi titoli erano deboli. Inoltre, noi oggi possiamo leggere interi libri sulla storia della Grande Depressione, guardare documentari e conoscerne oramai ogni dettaglio, ma non svilupperemo mai le cicatrici emotive di chi l’ha vissuta davvero, a causa delle quali anche chi avesse il potenziale per essere un mago della finanza, avrebbe sempre difficoltà ad avvicinarsi al mercato azionario.

Mentre guardavo l’episodio non potevo non fare un parallelo con l’attuale situazione economica. Oggi dovrebbe sorprenderci la scarsa attenzione che diamo al tema dell’inflazione. Siamo vicini al 5% su base annua in Europa, eppure non si notano che timide proteste, limitate principalmente al tema “aumento delle bollette di luce e gas”.

Eppure, l’inflazione è una tassa temibile, capace di erodere in maniera significativa il nostro potere d’acquisto. Forse se ne parla poco proprio perché pochi di noi l’hanno vissuta sulla propria pelle. Per andare ad una generazione che ne abbia un ricordo forte, bisogna andare a persone che hanno più di 55/60 anni e forse anche loro si sono un po’ abituati all’inflazione “anemica” di questi ultimi 20 anni. Speriamo solo di non dovercisi tutti riabituare!

Alessio Benaglio, 18 gennaio 2022

 

 

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