Il sabato 22 maggio 2021, come al solito, ho letto a fondo il supplemento Plus del Sole24Ore perché so che molti investitori lo seguono con attenzione. Ogni pagina e ogni dato era spiegato in dettaglio. Però le informazioni, se considerate nel loro complesso, non mi quadravano. Parto dal dato più elementare, che viene presentato ogni settimana:
- A p. 17 si legge il bilancio azionario con i rendimenti annualizzati a 1,3 e 10 anni. A 1 anno il mercato del Nord America, espresso in euro, ha reso il 27,74%. E’ il rendimento che otteniamo con un fondo passivo a costi quasi nulli.
Confrontiamo questo benchmark con le seguenti informazioni:
- A p. 9 si legge che i fondi multi asset sono costosi perché “i costi sono duplicati in quanto il cliente va incontro a commissione di gestione e di performance oltre a quelle degli attivi sottostanti”. Perché servirsi di loro e non fare come sarebbe emerso dopo un anno, e anche sui tempi lunghi, grazie al punto A?
- A p. 18 si parla della “sfida tra i gestori attivi e gli Etf e si conclude che “i gestori attivi fanno in realtà i passivi”. Ma questa conclusione è in contrasto con B perché si paga caro (1,94%) quello che si potrebbe ottenere a un prezzo inferiore (0,4%). Solo 3 fondi su 24 del comparto biotecnologico preso in esame sono riusciti a fare meglio dell’Etf paragonabile.
- A p. 1 si legge che, per la paura di “mettere a repentaglio il capitale alla scadenza”, ci sono 1.756 miliardi che giacciono sui c/c. Ma il dossier conclude: “conti deposito, polizze, buoni postali e BTp: non ci sono strumenti finanziari che consentono di difendere senza rischi i risparmi da tasse, costi e inflazione”.
In sintesi i punti B), C) e D) mostrano dati che sono al loro interno incoerenti e sono tutti e tre in contrasto con il punto A. Mistero. Come se gli investitori fossero stati stregati, catturati da un incantesimo.
Poi la sera di quello stesso sabato, alle 19,15, ho visto su Sky il film “Ricomincio da capo”. Si narra la storia di un cronista televisivo che viene imprigionato da un incantesimo: ogni giornata della sua vita si ripete identica alla precedente. Egli è costretto a vivere su cicli giornalieri identici e, a forza di ripetizioni, diventa disperato per la noia e per il vuoto ossessivo della sua esistenza. Poi si innamora e finalmente la vita riprende il suo corso abituale.
Ecco svelato il mio problema: quando sei preso dalla quotidianità e dalla altalena delle emozioni, vivi con cicli corti, come il cronista del film. Solo che le parti sono invertite rispetto al film. Nel film solo il cronista si accorge del ripetersi ossessivo delle giornate, non tutti gli altri protagonisti. Nel mondo degli investitori, invece, chi è vittima dell’incantesimo non se ne accorge ed è condannato alla ripetizione inconsapevole sempre degli stessi errori.
Il titolo del libro che con Leopoldo Gasbarro abbiamo appena scritto insieme è “Ricchi per la vita”. In questo motto c’è la chiave per risolvere il mistero. I tempi della vita per noi importanti, quelli degli affetti, sono lunghi come quelli del cronista quando si innamora. I tempi corti e l’alternarsi delle emozioni all’interno di cicli brevi e ripetitivi ci annebbiano e non ci permettono di andare oltre il presente.
Se si parte dai tempi degli affetti, e gli investimenti replicano queste lunghe durate, seguiremo quanto è implicito nel punto A e trascureremo B), C) e D). Coraggio, non dobbiamo perdere le speranze. Eppure bastava tanto poco, basta seguire i consigli del blog del 7 aprile 2020, il mio secondo blog in questa serie che ormai dura da più di un anno.
Paolo Legrenzi