Finanza

L’anno che verrà

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Ormai è diventata una tradizione, l’ultimo numero prima delle feste natalizie si fanno i conti… eh sì, siamo ormai al terzo anno: il primo Natale della newsletter coincise con il terribile Dicembre 2018 (peggior mese di dicembre dal 1931), che concluse peraltro un anno da incubo per quasi tutte le forme di investimento (soltanto la liquidità quell’anno non riportò un risultato negativo).

Alla fine dello scorso anno invece grandi feste per un 2019 che, iniziato sotto auspici negativi (ovviamente in scia alla chiusura del 2018), si risolse invece in grandi risultati.

Sappiamo cosa è successo quest’anno a causa della pandemia mondiale da covid-19; i mercati, partiti spumeggianti a gennaio, arrivarono alla metà di febbraio con grande baldanza (sulle attese di una positiva conclusione della guerra commerciale tra Usa e Cina) ma furono letteralmente gelati dall’esplosione dei contagi nel mondo.

Nei 22 giorni tra il 19 febbraio e il 23 marzo i mercati azionari persero qualcosa come il 35% e anche le obbligazioni (dai Treasury ai Bund, dai Btp alle obbligazioni emesse dalle aziende) ebbero un momento decisamente difficile (ricordo un gestore che disse: sembrava che in quei giorni tutti gli operatori avessero spinto il tasto “VENDERE”).

Poi la ripresa, prima timida poi via via più convinta grazie al decisivo aiuto delle banche centrali che hanno inondato i mercati di liquidità, e dopo pochi mesi i mercati hanno recuperato tutte le perdite e viaggiano anzi oggi in territorio positivo (solo l’Europa è ancora un po’ indietro), ovviamente con delle differenze ma questo succede ogni anno.

“Ci sono decenni in cui non accade nulla, e settimane in cui accadono decenni.”

Mi piace molto questa frase di Lenin anche se, a dire il vero, il decennio appena trascorso ne ha viste accadere di cose. Partiamo da quelle degli ultimi giorni:

Il fenomeno Bitcoin”: esploso già alla fine del 2017 quando si rivelò al grande pubblico, dopo un terrificante -73% nel 2018, soprattutto quest’anno ha vissuto il suo momento di gloria: oltre il 500% dai minimi del 2018…; e qui fioccano le domande: è una bolla? O è la “grande scommessa”? e può apparire paradossale la convinzione che più il valore del Bitcoin sale e via via meno persone sono convinte che sia solo una “speculative bubble”;

I rendimenti dei titoli di stato: nelle ultime settimane i tassi di rendimento dei titoli di stato decennali di Spagna e Portogallo sono scesi in territorio negativo e anche i Btp italiani hanno toccato nuovi minimi, 0,5%; “no place to hide” dicono gli anglosassoni, visto che anche il Treasury americano – che all’inizio del decennio rendeva il 4,5% oggi viaggia sotto l’1%; la Svizzera ha tassi negativi fino a 50 anni e la Germania fino a 30 (difficile immaginare un rendimento positivo dall’investimento in questa asset class nei prossimi anni, tenuto conto che l’inflazione dà segnali di risveglio perlomeno in America);

Il crollo “secolare” delle commodities, in particolare del petrolio: dieci anni fa tra i titoli a maggiore capitalizzazione spiccavano le società petrolifere, le Big Oil, come Exxon o Chevron, oggi si fa fatica a rintracciarle nelle prime posizioni, precipitate nel limbo a causa del crollo del prezzo del petrolio;

Dell’immaterialità o intangibilità: all’inizio degli anni ‘10 il Nasdaq con i suoi titoli high-tech venivano da anni terribili, il decennio perduto, che caratterizzava in generale i listini made-in-Usa e quello tecnologico in particolare; negli ultimi anni invece c’è stata un vero e proprio Big Bang dei titoli legati alla tecnologia e all’intangibilità (aziende come quelle indicate come FAANGM nel grafico sotto, che devono il loro successo e il loro valore non agli impianti industriali ma alla rete internet); lo abbiamo visto in particolare con le ultime IPO (offerte pubbliche di vendita) sul mercato americano: prendiamo ad esempio Airbnb, che raddoppia le quotazioni in un giorno diventando il più grande “gruppo alberghiero” del mondo non possedendo nemmeno una camera d’albergo vera e propria.

E qui veniamo alla domanda delle domande: cosa ci riserverà il 2021?

Come ogni anno fioccano le previsioni: la mia casella mail è invasa da messaggi del tipo: “Il nostro outlook per il 2021”o “Investire nel 2021”…

Alla fine una sola cosa è certa, come disse il famoso John Pierpont Morgan (proprio lui, il grande banchiere), “Il mercato oscillerà”, come peraltro ha sempre fatto.

Sicuramente alcuni elementi di valutazione ci sono:

-il “limone” dei rendimenti dei titoli di stato è stato spremuto sino all’inverosimile, il livello di partenza attuale renderà pressoché impossibile ottenere ritorni come quelli che abbiamo visto negli ultimi anni e, senza un adeguato “cuscinetto” rappresentato dal rendimento iniziale, un eventuale rialzo dei tassi o – soprattutto  – un ritorno di fiamma dell’inflazione farà strame dei prezzi delle obbligazioni;

-Il livello dei debiti nel mondo è lievitato ad altezze impensabili: oltre 270mila miiardi, pari al 365% del Pil mondiale; i bilanci delle banche centrali nel 2020 si sono letterlamente gonfiati come una mongolfiera, per quanto tempo potranno continuare a stampare moneta come se non ci fosse un domani?

-Direttamente collegato al precedente, la variabile “inflazione”: è indubbio che tutte le banche centrali del mondo stiano puntando ad un rialzo dell’inflazione, unica strada per rendere sostenibile il peso dei debiti pubblici (l’inflazione erode il valore reale della moneta e quindi va a vantaggio del debitore, gli Stati in questo caso);

-Gli investimenti sostenibili, ESG per identificarli con la sigla che li contraddistingue e che sta per Environmental, Social and Governance; rappresenteranno un aspetto sempre più importante da considerare nella costruzione di un portafoglio di investimento (già oggi abbiamo iniziato a inserirli e con profitto);

-Nei prossimi anni diventerà inoltre sempre più importante da affrontare (e molti di voi che leggono sanno quanto mi sta a cuore) la tematica “pensione”: in questo aspetto c’è la consapevolezza che le cose non vanno per il verso giusto ma molti ancora non hanno compreso pienamente il cambiamento che avverrà nei prossimi anni (ma di questo ne riparleremo con un numero ad hoc).

Per le vere e proprie previsioni mi sto attrezzando.