Finanza

L’arca di Noè e l’arte di pre-occuparsi

“Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio, ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza…Allora Dio disse a Noè: «È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra. Fatti un’arca di legno di cipresso; dividerai l’arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori. Ecco come devi farla: l’arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza.

Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui è alito di vita; quanto è sulla terra perirà. Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell’arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell’arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina.

Noè eseguì tutto; come Dio gli aveva comandato, così egli fece.” – Genesi 6, 9-22

La storia, narrata nell’Antico Testamento, la conosciamo un po’ tutti ed è un racconto comune a moltissime culture tanto che non è chiarissima l’origine anche se si tende a farla risalire addirittura ai Sumeri.

E per fortuna è finita bene: Noè si fidò del monito di Dio, costruì l’Arca e portò in salvo la sua famiglia e tutti gli animali della Terra. Meno bene finì invece per tutti gli altri, quelli che secondo il Signore non meritavano di essere salvati e che (in alcune versioni) furono avvertiti dell’imminente pericolo da Noè ma non gli prestarono ascolto.

Siamo alla vigilia di un diluvio? Spero di no e in ogni caso non sono Dio.

Però voglio lo stesso mandare un avviso, anzi reiterarlo visto che ne parlo da un po’ di mesi.

Come ci ricorda il solito Charlie Bilello, durante il periodo più buio della pandemia le banche centrali di tutto il mondo hanno implementato politiche monetarie accomodanti (l’ormai famoso Quantitative Easing) per cercare di aiutare le economie di tutto il mondo a recuperare il più in fretta possibile dal crollo provocato dal Covid e dai successivi lockdown.

E così appariva il mondo nel 2020: tagli generalizzati dei tassi di interesse ma, con l’inflazione ai minimi (o addirittura negativa), tassi reali ancora positivi in molte parti del mondo.

Oggi la situazione è questa: i tassi nominali sono ancora molto bassi, anche se parecchi Stati hanno iniziato una politica monetaria più restrittiva, ma – soprattutto – c’è stata l’esplosione dell’inflazione; guardate i rendimenti reali: Eurozona -3,9%, Regno Unito -3,1%, Stati Uniti -5,3%, solo la Cina (tra le grandi economie) ha un tasso reale positivo +3,2%.

D’altronde una certa misura di inflazione è stata addirittura invocata dai governi perché è uno dei metodi per rendere più sostenibili i Debiti Pubblici esplosi in tutto il mondo a causa delle politiche di sostegno ai cittadini e alle imprese.

Ma non è detto che ciò che è buono per i governi sia buono per i risparmiatori.

Sono ormai settimane che leggiamo di rincari delle bollette di luce e gas, dell’aumento del costo della benzina, delle interruzioni nella produzione di auto e altri beni a causa dei famosi “colli di bottiglia” nelle catene di approvvigionamento, in America c’è addirittura timore di un Natale senza i regali sotto l’albero per colpa del mancato arrivo dei giocattoli (ormai quasi tutti importati dalla Cina).

E la crescita continua dell’inflazione in questi mesi rende meno credibile la tesi che si tratti di un fenomeno transitorio e la causa, per fortuna, è ascrivibile proprio alla ripresa delle economie in tutto il mondo, con l’offerta che non riesce a far fronte alla domanda.

E vorrei aggiungere una domanda: ma qual è la vera inflazione? Sei sicuro sia quella ufficiale comunicata dal Governo? Non perché penso che ci vogliano ingannare, bensì perché quella è un’inflazione media, derivante dalla ponderazione di tanti elementi, ma che non corrisponde necessariamente alla “tua”, perché ognuno spende in modo diverso in base alle sue esigenze.

Sicuro che per te siano importanti gli integratori multivitaminici, la posta elettronica certificata, il monopattino elettrico in sharing, il dispositivo antiabbandono o le scarpe da trekking? Magari i costi di questi prodotti sono diminuiti, mentre la spesa “core” è per la benzina (+30%), l’istruzione dei figli, la salute e l’alimentazione.

Guardate cosa succede in America, pensate che da noi sia diverso? È ormai assodato che moltissime imprese scaricano i maggiori costi sostenuti sui prezzi finali dei beni.

Il tutto mentre le ultime aste dei titoli di stato recitano: Btp a 3 anni -0,19%, Btp a 7 anni 0,48%, Btp a 30 anni 1,82% (valutate voi la convenienza dopo aver tolto la ritenuta fiscale,  l’imposta sostitutiva dello 0,20% che nessuno ricorda mai e  l’inflazione al 2,5% (almeno)...

Nel frattempo, nonostante le rassicurazioni sulla transitorietà dell’aumento del costo della vita, i tassi di interesse si stanno già riposizionando.

Nella riunione di giovedì Christine Lagarde, Presidente della Banca Centrale Europea, ha confermato appunto che l’impennata dell’inflazione rientrerà ma ha anche fatto capire che a primavera dell’anno prossimo la Bce potrebbe iniziare a rivedere la politica monetaria: inizierà il tapering vero e proprio e poi i tassi inizieranno a risalire?

Intanto già in questo 2021 i ritorni per i possessori di obbligazioni governative europee è segnato dal meno: -1,8% i Btp italiani, -4,1% gli Oat francesi, -3,1% i Bund tedeschi e -2,7% i Bonos spagnoli (dal Sole 24 Ore di oggi).

Nella tabella qui sotto potete vedere cosa succede ai titoli di stato in caso di variazioni dei tassi d’interesse, in caso di discesa o di salita ovviamente.

E Dio disse a Noè: “Ti ho avvertito in tempo Noè e ricorda, l’Arca va costruita quando il tempo è ancora bello!” (libera citazione dell’Antico Testamento)

 

Massimiliano Maccari