Borse ed economia globale vanno al test di Jackson Hole, il tradizionale simposio estivo dei banchieri centrali, che si tiene tra le montagne americane del Wyoming.
Il padrone di casa è il presidente della Fed, Jerome Powell, che prenderà la parola venerdì. L’attenzione delle sale operative sarà tutta concentrata a carpire dal discorso qualche segnale sulla velocità e sulla intensità con cui Eccles Building intende tagliare i tassi di interesse dall’attuale massimo storico del 5,25-5,5%.
Una prima sforbiciata a settembre è data per scontata, ma gli analisti si dividono tra chi prevede una riduzione minima, cioè di 25 punti base, e i più ottimisti che invece ancora scommettono che l’asticella scenderà di 50 punti base.
Da un lato il black monday di inizio agosto ha fatto capire a tutti che non c’è tempo da perdere e che occorre scacciare il fantasma della recessione dalle case e dalle fabbriche statunitensi, dall’altro mercato del lavoro e inflazione ancora dividono i membri della Fed sul da farsi.
Le colombe pensano che la disoccupazione al 4,3% emersa Oltreoceano a luglio sia un segnale di allarme che richiede una risposta netta, i falchi invece continuano ad arroccarsi sul ramo dell’attesa.
Un primo barometro degli umori dei membri del Fomc, il braccio della Fed che decide la politica monetaria, si potrà avere il 21 agosto quando saranno resi diffusi i verbali con il resoconto della riunione tenutasi a fine luglio.
Powell ha già assicurato che se l’inflazione continuerà a calare, la banca centrale americana inizierà il percorso di discesa dei tassi. Il vero spartiacque per la Fed resta però Jackson Hole.
Il tema del simposio scelto per quest’anno recita: “Reassessing the Effectiveness and Transmission of Monetary Policy’, cioè “Rivalutare l’efficacia e la trasmissione della politica monetaria”.
Speriamo che la rivalutazione e i ripensamenti notturni di Powell su come ottenere un atterraggio morbido dell’economia, una sfida che ora toglie il sonno al banchiere centrale per sua stessa ammissione, portino i loro frutti dopo oltre un anno di costo del denaro pesante come piombo.
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Speriamo che la Bce di Christine Lagarde segua rapidamente e senza errori, come spesso purtroppo invece accade, gli americani nella riduzione dei tassi dopo la prima timida limatura dello 0,25% concessa a metà giugno.
La Banca centrale europea si riunirà il 12 di settembre, quando ormai le vacanze per gli italiani saranno solo un ricordo. Tutti sanno che ridurre i tassi è l’unico modo per sostenere il Pil e quindi il debito pubblico dei paesi del Vecchio continente.
I rigoristi frenano gli entusiasmi sulla frenata del costo della vita. Ma le crepe nell’economia tedesca rischiano di diventare una voragine dopo la frenata del secondo trimestre (-0,1%) e la recente caduta verticale dell’indice di fiducia Zew. Una voragine in cui rischia di cadere mezza unione europea.
Una nota storica: Jackson Hole si tiene ogni estate dal 1982 ed è stata scelta dall’allora presidente della Fed Paul Volcker, grande appassionato di pesca della trota.
In quegli anni l’economia accusava una forte recessione. Cerchiamo di non abboccare all’amo lanciato dai rigoristi della Buba e dai Paesi frugali o finiremo tutti in padella.