L’inflazione italiana rallenta, scendendo al 12,3%. I dati pubblicati nei giorni scorsi hanno mostrato una moderazione della crescita dei prezzi anche in Germania, Francia e Spagna. Scende anche l‘inflazione nella zona-euro. Eurostat ha reso che noto che nell’ultimo mese del 2022 si è attestata al 9,2%. E secondo gli analisti il trend positivo dovrebbe proseguire.
Come si comporterà ora la BCE?
Basta guardare verso la Luna, basta guardare e pntare verso l’alto con i tassi d’interesse. Le polemiche dei giorni scorsi tra la BCE e il Governo Italiano relativamente all’operato sui tassi da parte di Lagarde e soci, sicuramente troveranno benzina da mettere sul fuoco dai nuovi dati usciti sull’inflazione europea. Il 9,2% del mese di dicembre ufficializzato due giorni fa conferma come, probabilmente, il picco potrebbe essere stato ormai raggiunto e superato. Questo dovrebbe portare a più miti consigli proprio la BCE: continuare ad aumentare i tassi d’interesse, se non ce ne fosse veramente necessità, potrebbe avere un solo effetto, quello di aumentare il rischio recessivo.
Parallelamente, un aumento spropositato dei tassi d’interesse creerebbe difficoltà proprio a paesi come l’Italia, il cui debito pubblico rischierebbe di tornare a salire.
Sarebbe un peccato visto che proprio grazie all’effetto combinato di inflazione da un lato e di aumento del PIL dall’altro, il rapporto debito/PIL al terzo trimestre dello scorso anno è sceso al 132%, riportando l’Italia verso migliori condizioni di bilancio.
Certo in valore assoluto il debito tricolore è ancora estremamente elevato, tuttavia, non si può non tener conto di come una discesa così repentina del rapporto debito/PIL rappresenti un’importante leva contro eventuali attacchi speculativi al debito pubblico italiano.
Insomma, visti i dati a livello europeo, sarebbe il caso di considerare in maniera diversa le politiche monetarie centrali.
Proprio nei giorni scorsi, avevamo scritto un articolo in cui sottolineavamo la forte tensione tra autorità monetarie europee, agenzie di rating e Governo italiano.
Intanto, si è quasi praticamente azzerato lo stock globale di obbligazioni a tassi negativi. I rendimenti del Giappone sono stati gli ultimi a lasciare il “club sotto zero”. Ma gli investitori ora scommettono che anche la Banca del Giappone, l’ultima autorità monetaria super accomodante del mondo, si stia avvicinando alla normalizzazione.
Leopoldo Gasbarro, 7 gennaio 2023
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