Finanza

L’inflazione Usa spiana la strada alla Fed sui tassi. Cosa farà la Bce?

Rallenta la corsa dei prezzi a giugno. Decisivo il simposio di Jackson Hole

powell federal reserve © panida wijitpanya tramite Canva.com

Il dato positivo sull’inflazione americana “ricarica” la fiducia dei mercati: la Federal Reserve romperà presto gli indugi e taglierà finalmente i tassi di interesse.

Oltreoceano la corsa dei prezzi al consumo si è infatti fermata a giugno rispetto a maggio (-0,1%). Non accadeva da quattro anni. E anche la variazione annua ha rallentato a un gestibile +3%, rispetto al precedente +3,3%. Ma soprattutto ha sorpreso gli analisti (+3,1% il consensus).

E anche l’inflazione cosiddetta core, cioè depurata dal carrello della spesa e dall’energia che per loro natura hanno prezzi molto ballerini, ha rallentato in un mese dal 3,4% al 3,3% secondo il Bureau of Labor Statistics a stelle e strisce.

Non molto ma certamente un buon inizio. Anzi un “dettaglio fondamentale” secondo gli analisti del big del risparmio Pimco, visto che proprio l’inflazione di fondo aveva finora fatto sballare i conti della Fed e costretto il suo presidente Jerome Powell a mille tentennamenti sul costo del denaro.

Senza contare, prosegue lo studio, che il ritorno ai livelli pre-pandemici nel rapporto tra posti di lavoro vacanti e lavoratori disoccupati potrebbe dare l’abbrivio a Eccles Building per ridurre il costo del danaro.

Dello stesso avviso gli analisti di Ing che, anche in considerazione del rallentamento del mercato immobiliare residenziale, pensano siano in aumento le possibilità di un taglio dei tassi negli Stati Uniti già a settembre

E in generale improntati all’ottimismo sono anche i commenti di altri operatori – come Eurizon o Capital Group.  In ogni caso, a patto che l’economia mondiale proceda sull’attuale percorso di atterraggio morbido, occhi e orecchie delle sale operative saranno presto sintonizzate su Jackson Hole.

Il simposio dei banchieri centrali di fine agosto tra le cime del Wyoming. Sarà la sede in cui l’istituto centrale americano segnalerà più esplicitamente l’imminente taglio dei tassi. Alcuni osservatori ritengono che la Fed da settembre a fine anno allenterà per tre volte la vite del costo del denaro.

Speriamo che la Bce prenda esempio e che nella sua voliera affollata falchi e colombe abbiano la meglio queste ultime. Perlomeno Christine Lagarde ci faccia il piacere di non bigiare il vertice americano per restare a Francoforte a rileggere Joyce, come aveva candidamente confessato lei stessa nell’agosto del 2022 al patinato Madame Figaro.

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Chi sta pagando le rate di mutui casa, leasing e prestiti personali, non ha bisogno di sogni ma di fatti concreti. Speriamo che se ne ricordi anche la Bundesbank.  Tutto da capire in ogni caso come reagiranno i mercati dopo la frenata delle big tech. La variabile politica principale, dopo la prova delle urne francesi sul caso Macron, saranno le presidenziali americane.

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