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L’oro sfonda quota 3mila dollari ma ora occhio a cosa nasconde l’argento

I prezzi due metalli sono collegati. E gli esperti prevedono un altro rimbalzo

oro e argento © Ravitaliy, Billion Photos, humblino e Tiero tramite Canva.com
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L’oro ha sfondato anche la soglia psicologica dei 3mila dollari l’oncia. E’ il bene rifugio per eccellenza per gli investitori di tutto il mondo davanti ai dazi che Donald Trump sta lasciando cadere come bombe nella guerra commerciale con cui ha deciso di riequilibrare il disavanzo che gli Stati Uniti continuano ad accusare.

La rappresaglia più violenta è verso la Cina di Xi Jinpin ma nessun Paese è stato risparmiato da Washington: dal Canada al Messico fino all’Europa i dazi protezionistici di Trump stanno piegando i mercati borsistici di tutto il pianeta. Non per nulla Wall Street ha perso tutto quello che aveva guadagnato con il ritorno di The Donald nello studio ovale.

L’oro trova così sempre maggiore spazio nei portafogli dei grandi investitori, a cui si somma la domanda dell’industria orafa mondiale e la decisione di alcune banche centrali di tornare a comperare lingotti, dopo decenni di riduzione delle scorte, per sterilizzare il dollaro.

L’oro, che a luglio dello scorso anno valeva 2.600 dollari l’oncioa, da gennaio a oggi ha visto le quotazioni salire del 14 percento. Secondo alcuni analisti, tuttavia, nel giro di qualche anno la febbre salirà ancora parecchio, forse anche fino a far scottare il termometro attorno a quota 3.500 dollari l’oncia. Giova qui ricordare che il massimo storico rettificato per l’inflazione sono i 3.800 dollari toccati nel 1980. Staremo a vedere.

Nel frattempo anche l’argento potrebbe nascondere alcune soddisfazioni inaspettate nel medio termine, naturalmente a patto che qualsiasi investimento sia inserito in una logica di corretta diversificazione del portafoglio e sia calibrato sul proprio profilo di rischio. Ecco perchè in Borsa è sempre consigliabile evitare un pericoloso fai-da-te e sottoscrivere i fondi di investimento o gli Etf. Meglio ancora se supportati dai consigli di un valido consulente.

Fatte queste premesse, vediamo che quali segreti nasconde l’argento. Gli esperti di Union Bancaire Privée  si attendono per i prossimi mesi un balzo dei prezzi, innescato dai grandi spostamenti delle scorte globali. “Dalle elezioni statunitensi dello scorso novembre, l’argento ha vissuto una corsa sfrenata. Subito dopo la vittoria del presidente americano Donald Trump, il metallo è sceso da livelli di circa 34,50 dollari per oncia a minimi di circa 29,00 dollari per oncia. Questo calo iniziale è stato un riflesso delle riallocazioni di portafoglio da parte della comunità degli hedge fund e dei Commodity Trading Advisors a fronte dell’impennata del dollaro e dell’aumento dei rendimenti delle obbligazioni statunitensi a lungo termine. Da allora l’argento ha recuperato fino a circa 32,50 dollari per oncia”, riassume Peter Kinsella di UBP.

A trainare non è solo la corsa dell’oro, con cui l’argento è legato da uno storico beta, ma anche la decisione degli investitori americani di iniziare ad accumulare argento fisico in vista dei dazi. Tutto questo prende forma in un progressivo prelievo di lingotti dai caveau della Borsa di Londra e di altre piazze finanziarie mondiali con l’obiettivo di  “trasferirli” negli States.

Questo provoca il progressivo assottigliamento della quantità di argento fisico disponibile per il resto del mondo. Con la conseguenza di incidere sulla curva della domanda e dell’offerta, quindi anche sulle sue quotazioni.

Tale dinamica è poi rafforzata da alcuni fattori industriali. Come il rialzo del pmi manifatturiero a livello mondiale, perchè settori come l’elettronica fanno ampio ricorso all’argento nella propria produzione di componentistica. A cui si somma la domanda di metallo dall’Asia, India in testa.

Insomma, il rapporto oro-argento mostra che, agli attuali prezzi di mercato, occorrono circa 90 once d’argento per acquistarne una d’oro. Si tratta di un livello molto elevato rispetto a una media storica che si attesta invece vicina a 65 once.

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L’argento è sottovalutato rispetto al metallo giallo, sottolinea UBP nel proprio studio. Per avere una misura, si stima che per ristabilire i rapporti storici con l’oro, l’argento dovrebbe arrampicarsi più o meno fino a 45 dollari l’oncia. Naturalmente nessuno può essere certo che questo accadrà davvero. O se invece, per esempio, sarà il metallo giallo a stornare un po’, mentre semplicemente l’argento manterrà le posizioni.

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