Ne avevo già scritto in maniera molto netta in occasione della dichiarazione estiva di Emmanuel Macron. Era il 25 agosto. Lui vestito di tutto punto, in un ambiente che sprigionava lusso da tutti i pori e con alle spalle una porta bianca contornata da finiture d’oro, aveva dichiarato: “E’ finita l’epoca dell’abbondanza”.
Come può un capo di Stato di una nazione che fa della “Grandeur” il suo vanto maggiore, fare una dichiarazione del genere?
E sì che siamo in un periodo complicato, quasi fossimo in tempi di guerra, ma ve l’immaginate Mel Gibson nel film “Brave Heart” arringare il suo esercito, con il volto dipindo dei colori scozzesi e preparalo alla battaglia dicendo: “non preoccupatevi troppo se dovessimo perdere”.
E ve lo immaginate Dustin Hoffman in “Ogni maledetta domenica” incoraggiare i suoi negli spogliatoi avvertendoli che la partita era già persa? Ebbene questo ha fatto Macron. Ha dichiarato a tutti che non c’era più trippa per gatti.
E vogliamo parlare della Kristalina Georgieva, direttrice operativa del Fondo Monetario Internazionale, che da tre giorni a questa parte non perde occasione di terrorizzare tutti con le sue nefaste visioni e previsioni circa lo scenario economico internazionale per il 2023.
E volete dimenticare la governatrice della Banca Centrale Europea Christine Lagarde che nelle ultime ore è tornata a parlare con insistenza di frammentazione europea, di MES, di TPI evidenziando come il rischio Italia, a causa del debito pubblico sia una preoccupazione di carattere continentale sempre più grande?
Ebbene tornando a Macron quale interesse può avere nel demotivare il suo popolo? E la Georgieva, che con il suo Fondo Monetario Internazionale di previsioni non ne ha azzeccata una, che interesse ha a sottolineare tutte le negatività di questo mondo?
E la Lagarde che si dimentica di ricordare come il rapporto tra il PIL e il Debito Pubblico in Italia sia sceso del 10% grazie alla crescita che il loro stesso istituto aveva ampiamente sottostimato, perché riaccende il faro su un tema che invece poteva essere sottolineato nella direzione opposta?
Volete che vi risponda al perchè di tutto questo?
Non lo immaginate?
Un dato però ve lo voglio evidenziare: a chi conviene che i mercati vadano giù violentemente come sta avvenendo dalla fine dell’estate? Ma naturalmente a chi ha voglia di comprare a prezzi più bassi, a cui poco interessa che la paura distrugga i patrimoni di tantissimi risparmiatori come abbiamo scritto nell’articolo https://www.nicolaporro.it/economia-finanza/articoli/investimenti-e-risparmi-la-paura-e-la-mancanza-di-competenza-distruggono-sempre-piu-valore/.
E poi quanto appeal hanno le migliori imprese del “Bel Paese”? E quanto è più facile rilevarne la proprietà in periodi di congiuntura complicata?
Volete che aggiunga altro? Leggete il prossimo articolo sul tema.
Leopoldo Gasbarro, 4 gennaio 2023