Ai mercati non interessa nulla dei posti di lavoro. Agli analisti finanziari non interessa nulla se primeggiano i repubblicani o i democratici, alle borse poco importa che sia l’Ucraina o la Russia a vincere la guerra.
Ai mercati interessano i numeri, che i conti siano a posto, che i bilanci siano a posto e che dal punto di vista della politica ci sia un indirizzo chiaro di chi comanda e chi no.
L’esempio lampante arriva dal maxi lincenziamento operato ieri da Meta e dal suo fondatore Mark Zuckerberg. 11mila persone, 11mila famiglie, licenziate così, su due piedi.
Un licenziamento reso ancor più amaro dalle dichiarazioni proprio di Zuckerberg che ha detto:”Ho sbagliato, ho fatto scelte sbagliate ed ora devo rimediare all’errore”:
Lui sbaglia, gli altri pagano, e lui guadagna.
Ieri il titolo Meta, ex Facebook, nonostante l’andamento fortemente negativo del mercato azionario americano, ha chiuso le contrattazioni con un rialzo di oltre il 5%, un rialzo che ha messo in tasca, al magnate dei social, un bel gruzzoletto.
Non dimentichiamo che le scelte (definite sbagliate dallo stesso Zuckerberg) avevano portato il titolo a cali consistenti nei giorni scorsi, cali che, sommati ai precedenti danno la dimensione di un crollo che, dall’inizio dell’anno in corso, è intorno al 70%.
Il tema era ancorato al “costo” dell’operazione “metaverso”.
Così il taglio di 11mila persone, sembra aver messo, per ora, a posto i numeri e fatto felici gli analisti finanziari. Gli unici ad essere infelici sono gli 11mila licenziati.
Ma se non importa ai mercati…a chi vuoi che importi?
Leopoldo Gasbarro, 10 novembre 2022