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Pensioni: i grandi fondi americani cambiano strategia

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Lui si chiama Farouki Majeed. Mr Majeed è il capo degli investimenti di un fondo pensione nel settore scolastico School Employees Retirement System of Ohio (SERS) da 18 miliardi di dollari. Fornisce benefici a più di 80 mila bibliotecari in pensione, autisti di autobus e altri ex dipendenti delle scuole dello stato americano. 

C’è un problema: questo fondo paga ogni anno più assegni pensionistici, in termini di somme erogate, di quanto non riceva in contribuiti dai suoi attuali aderenti e dai loro datori di lavoro. In realtà anno dopo anno cominciano a mancare sempre più fondi (miliardi detto in soldoni) per coprire le future promesse di pensione.

“Il secchio è bucato”

Majeed come altri gestori di fondi pensione in tutto il paese è stato costretto dall’andamento dei tassi di interesse ad assumersi rischi di investimenti maggiori rispetto al passato. 

Ma si tratta davvero di rischio o le nuove strategie di gestione permettono di cogliere opportunità di guadagno diverse dal passato? Il fondo gestito da Majeed si sta caricando sempre più di attività illiquide e alternative, come private equity, che nel lungo periodo potrebbero regalare agli aderenti al fondo risultati estremamente interessanti.

Secondo i dati del Boston College Center for retirement research i cosiddetti “investimenti alternativi” ora rappresentano il 24% dei portafogli dei fondi pensione pubblici. L’aumento è stato dell’8% solo nel corso degli ultimi 2 anni.

Questa strategia sta dando i suoi frutti, tanto che sia per il fondo dell’ Ohio che per quello di molti stati americani il rendimento, monitorato dal Willshire trust universe comparison service è salito a quasi il 27% per l’ultimo anno misurato fino a giugno del 2021. Questo è stato il miglior risultato dal 1986. 

Naturalmente non potrà essere questa la panacea di tutti i mali o la soluzione ideale per tutti i tempi di gestione. Tuttavia quello che dovrebbe far riflettere un po’ tutti è che senza il condizionamento gestionale dettato dall’azzeramento dei tassi di interesse, probabilmente Majeed e i suoi colleghi non avrebbero mai fatto certe scelte e avrebbero continuato ad “accontantersi” di quel 3,4 o 5% che il mercato obbligazionario, in passato, garantiva loro.

Naturalmente a prescindere da come si orienteranno i tassi di interesse in futuro la demografia impone scelte differenti rispetto al passato anche e soprattutto dal punto di vista gestionale.

Ci vorranno maggiori incentivi fiscali per chi accumulerà più denaro per la pensione e, soprattutto, bisognerà far comprendere alle persone che esiste una leva fantastica per accumulare che è quella del tempo: chi prima comincia non solo è a metà dell’opera, ma costruirà, un’opera, che da un punto di vista finanziario sarà sicuramente importante.

Ci è voluto un po’ a convincere il signor Majeed che oggi ha 68 anni per modificare le sue strategie di investimento dello School Employees Retirement System of Ohio. Quando è arrivato nel 2021 non avrebbe mai pensato di fare quelle scelte che oggi invece hanno premiato non solo il rendimento dei suoi fondi ma anche le pensioni dei suoi aderenti.

 

Leopoldo Gasbarro