La Fed va verso un taglio ai tassi dello 0,25%. Ecco perché

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L’attenzione dei mercati si è concentrata fortemente sul rapporto sui posti di lavoro di agosto. La lettura ha leggermente disatteso le aspettative degli economisti, aggiungendo 142.000 posti di lavoro il mese scorso, ma non lontano dai 165.000 previsti. In particolare, il tasso di disoccupazione è tornato al 4,2% dopo lo “spavento” del 4,3% di luglio.

Questo rapporto “quasi come previsto” ma “meglio di quanto temuto” mostra un mercato del lavoro che si è ammorbidito e, allo stesso tempo, non si sta deteriorando eccessivamente. Questo offre agli investitori il sollievo di cui hanno bisogno dopo il rapporto sui posti di lavoro di luglio e i numeri dei JOLT di questa settimana.

Non è stata una sorpresa la revisione dei dati sull’occupazione di luglio, dopo i numerosi aggiustamenti al ribasso di quest’anno. Tuttavia, la revisione da 114.000 a 89.000 unità, già di per sé bassa, ha tolto agli investitori un po’ di sollievo.

Con un’economia che per ora continua a tirare avanti, gli investitori sperano ancora che la Fed possa orchestrare un atterraggio morbido dell’economia, evitando una recessione e facendo scendere l’inflazione. Il rapporto attuale sui posti di lavoro e i recenti dati sull’inflazione dovrebbero consentire alla Fed di avere carta bianca per tagliare i tassi di 25 punti base nella riunione di settembre, seguendo la linea tracciata dal presidente Powell durante il suo discorso di Jackson Hole.

Sebbene sia innegabile che il mercato del lavoro si sia ammorbidito negli ultimi mesi, alcuni catalizzatori rialzisti di lungo periodo sono ancora in atto. Con il rapporto odierno sui posti di lavoro, il rischio di recessione dell’economia non è aumentato, sostenendo una solida crescita degli utili dell’S&P 500 per il resto dell’anno. L’inflazione è in discesa e la Fed si appresta a effettuare il primo dei numerosi tagli dei tassi di questo ciclo.

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Nel frattempo, nel settore energetico, l’OPEC+ ha infine messo a tacere i rumors che circolavano da tempo, annunciando che otto dei suoi membri estenderanno i tagli volontari alla produzione per ulteriori due mesi. Questa decisione arriva in risposta al recente crollo dei prezzi del petrolio, che ha preoccupato i produttori e scosso il mercato. Con questa mossa, l’OPEC+ cerca di stabilizzare i prezzi sperando la domanda possa tornare a vantaggio dei produttori.

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