Zero virgola, tanto quanto dovrebbe valere la notizia del giorno nella gestione dei nostri risparmi.
Zero virgola, tanto quanto dovrebbe “pesare” la notizia dell’aumento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea.
La presunta novità era nell’aria. In effetti era stata ampiamente anticipata sul finire dello scorso anno con l’attuazione del chiamiamolo cosi…piano di dismissione del quantitative easing.
La ricreazione è terminata. Lo era già in effetti, ma quel profumo di tassi a zero ingolosiva fin troppo.
Tutto è ciclico a questo mondo. La finanza, meglio ancora, l’andamento dei listini azionari non potrà mai esimersi dal riflettere gli umori degli investitori sia in senso positivo che negativo.
La strada è tracciata, proseguirà ancora probabilmente. Il punto non è quanto aumenteranno ancora i tassi, ma quanto inciderà sui nostri investimenti e quali alternative abbiamo a disposizione.
Illudersi che i mercati debbano mai stornare resta nei sogni dei bambini. Illudersi che la grande famiglia degli obbligazionari sia immune da oscillazioni consistenti pure.
Per qualche decennio abbiamo indirizzato i nostri risparmi verso logiche e soluzioni che parevano sicure. Col senno di poi quasi scontate. Eppure ci ritroviamo oggi con le medesime ansie e le solite paure. Nonostante tutte le crisi finanziarie vissute dall’avvento dell’euro ad oggi.
I mercati ciclicamente storneranno, prenderanno profitto, realizzeranno nuovi massimi riscrivendo le leggi della fisica.
Conflitto bellico a cui aggiungere in ordine sparso, contrazione economica abnorme incremento dei costi nell’approvvigionamento delle materie prime per alimentare la produzione industriale e manifatturiera, senza dimenticarci dell’incremento dei tassi come dell’inflazione con le sue dolenti note caratteristiche.
La tempesta perfetta verrebbe da dire.
Potessimo idealmente descrivere il portafoglio modello dell’investitore, troveremmo al suo interno una composizione oscillante con percentuali di fondi obbligazionari largo circa dal 60 all’80%. Perché si sa che la grande famiglia dei fondi azionari sono da sempre considerati rischiosi.
Ora prendiamo questo ideale portafoglio e vediamo quanto possa aver inciso l’andamento di questi primi nove mesi di quest’anno in ogni asset class.
Tutto saliva prima, tutto scende ora. Assolutamente logico. Ciò che il risparmiatore italiano difficilmente comprende, risiede nel concetto della volatilità legata a qualcosa che tende a definire sicuro o tendenzialmente tale.
Il fatto che lo sia, non pregiudica che nel durante rifletta a livello di prezzo o di controvalore di portafoglio delle variazioni più o meno consistenti.
La notizia non è l’aumento dei tassi. Questo è il rumore di sottofondo. La notizia è che la grande massa degli obbligazionari già collocati e su cui sono stati realizzati gli investimenti pregressi subirà delle oscillazioni.
Ma i mercati abbiamo accennato qualche riga fa, comunque subiranno delle oscillazioni. In effetti i mercati finanziari sono caratterizzati da un andamento alquanto frammentato ed altalenante.
Dunque nemmeno questa pare essere la notizia su cui focalizzarsi.
Ennesimo rumore di sottofondo che ci distrae dai nostri obiettivi su cui abbiamo realizzato costruito e mantenuto nel tempo i nostri investimenti.
Il punto focale su cui concentrare la nostra attenzione restano le scelte che oggi possiamo intraprendere con le alternative logiche possibili. Alternative di metodo con soluzioni che permettano di sfruttare a nostro vantaggio l’inevitabile volatilità dei listini.
Soluzioni più di concetti e metodi, piuttosto che di prodotti.
Logiche comportamentali che potrebbero indirizzare e suggerire agli investitori opzioni razionali mai o mal considerate che dir si voglia.
Quella sicurezza da sempre ricercata in un prodotto dovrebbe essere più facilmente ottenuta altrove.
Non esiste una composizione ideale di portafogli unica. Ogni cliente necessita di soluzioni caratteristiche pesi e bilanciamenti differenti. Ogni consulente dovrebbe indicare una o più soluzioni che porteranno inevitabilmente a rendimenti diversi.
Il prodotto così come l’investimento ideale non esistono.
L’ideale si cela laddove difficilmente molti guarderanno. L’ideale si cela oltre quel fastidioso rumore di sottofondo che accompagnerà ogni notizia presente e futura.
La tempesta perfetta è arrivata? Bene, dietro di lei in arrivo c’è la bonaccia.
Le scelte consapevoli effettuate in questi mesi, inevitabilmente indicheranno i rendimenti di quegli stessi portafogli che oggi sembrano alla deriva.
Buona navigazione.
Giovanni Cedaro, 9 settembre 2022