Gli aggettivi “modesti” e “deludenti” non bastano per descrivere i risultati di Stellantis che ha chiuso il semestre con un utile dimezzato a 5,6 miliardi (-48%). L’ammissione è stato dello stesso amministratore delegato Carlos Tavares mentre il titolo cadeva a picco in Pazza Affari.
I ricavi del gruppo franco-italiano sono scesi del 14% a 85 miliardi. Colpa, secondo il manager, di “venti contrari” in un periodo di transizione. Nessuna analisi, invece, sulle conseguenze della scelta fatta di puntare tutto sulle auto elettriche pur di inseguire gli ecologisti.
I guai nel mondo dell’auto sono diffusi a causa della transizione e del costo delle vetture con la spina. Anche la tedesca Mercedes e le americane Ford e General Motors hanno tagliate le stime di vendite.
Il capo di Stellantis si è così lanciato in un monito al governo Meloni da inserire nel duro braccio di ferro in corso sugli impianti italiani e la richiesta di nuovi aiuti di Stato. Sebbene la missione del gruppo sia creare valore e lo abbia dimostrato all’esecutivo – sostiene Tavares – ora il mercato è estremante difficile e quindi se “non si lasciano respirare le aziende” e non si prendono le decisioni necessarie per la sostenibilità “accadrà qualcosa di brutto“.
Sarebbe bello sapere che cosa ne pensano i migliaia di operai Stellantis che sono da mesi in cassa integrazione o colpiti dai contratti di solidarietà, fino al caso limite della serrata di Mirafiori che terminerà solo a settembre per mancanza di modelli e di ordini.
Tavares lancia poi un ultimatum ai capi dei singoli brand: Stellantis ne conta quindici nella sua galassia. Il gruppo è abbastanza grande per competere nel mondo ma non si può permettere di tenere in vita marchi che non sono profittevoli.
Tanto che, come emerso nei mesi scorsi, gli stessi marchi Innocenti e Autobianchi potrebbero essere ceduti ai cinesi. Nel frattempo di avvicina il lancio del primo modello con gli alleati cinese di Leapmotors e che sarà vedute dalla concessionarie di Stellantis.
Cosa Stellantis davanti al disastro dei conti? Tavares fa cassa cedendo la maggioranza della controllata Comau, specializzata in robot ed ereditata dalla vecchia Fca, al fondo di investimento One Equity Partners (Oep).
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Immediata la risposta del governo italiano, che mediata di attivare lo strumento del golden power essendo quella di Comau una attività strategica. La battaglia è solo all’inizio. Nel frattempo in sole due sedute, giovedì e venerdì scorsi, ha perso più del 10 percento in Borsa. Il danno maggiore è per Exor e quindi per gli Agnelli, ma anche i piccoli azionisti non possono essere contenti.