Stellantis propone ai suoi operai di comprare una Maserati a prezzi scontati, sia per se stessi sia per i familiari e persino da rivendere agli amici. Se non fosse accaduto davvero, la mail arrivata nella casella di posta di migliaia di addetti del gruppo automobilistico guidato da Carlos Tavares sarebbe stata degna dei migliori comici di Zelig.
Gli operai «potranno scegliere tra i modelli Grecale, GranTurismo e GranCabrio. La nostra straordinaria gamma ti aspetta!», esulta l’estensore della comunicazione aziendale di Stellantis, sottolineando che si tratta di “condizioni dedicate”. Quindi da non lasciarsi sfuggire per godere del rombo Maserati.
Naturalmente ciascuno è libero di comperare ciò che vuole e gli appassionati che tirano la cinghia pur di guidare la vettura dei sogni non ce ne vogliano, ma i toni di Stellantis appaiono tragicomici.
Per capire lo scivolone sarebbe bastato confrontare lo stipendio medio di un operaio, che è prossimo ai 1.200 euro al mese, con il prezzo di listino di una supercar del Tridente: per i modelli indicati è necessario sborsare dagli 80mila e ai 200mila euro, optional esclusi.
Il tutto senza considerare che proprio una parte della forza lavoro di Stellantis è allo stato attuale assistita dagli ammortizzatori sociali a causa della crisi produttiva strisciante che sta colpendo gli impianti italiani. E quindi non vede accreditare in banca nemmeno lo stipendio base. Fino al caso limite di Mirafiori che è bloccato in semi-agonia da prima dell’estate.
Inevitabile la risposta piccata dei sindacati del settore, che parlano di beffa e di basse provocazioni da parte di Tavares, che ha in corso un duro braccio di ferro con il governo italiano ed è stato bersagliato anche dall’americana Uaw che lo accusa di non mantenere le promesse.
Stellantis ha ribattuto, constando “con sconcerto che ancora una volta una iniziativa interna è stata riportata all’attenzione dei media da fonti evidentemente vicine all’azienda, con l’obiettivo di continuare ad alimentare un sentimento di ostilità nei confronti del nostro Gruppo, danneggiando prima di tutto le persone, orgogliose di costruire auto che rappresentano l’eccellenza italiana nel mondo”.
Insomma, la figuraccia rimediata sarebbe tutta colpa degli spioni interni al gruppo. Quando invece, prosegue Stellantis nella sua replica, sono stati gli stessi dipendenti Maserati “a chiedere in più occasioni, anche in gruppi di lavoro, sconti speciali per amici o parenti che si erano rivolti a loro per una vettura. L’iniziativa è stata poi estesa all’interno del Gruppo. Già oggi Maserati offre ai propri dipendenti la possibilità di utilizzare le auto del Tridente in occasioni speciali, come i matrimoni, e sta sviluppando un programma per estendere” questa possibilità.
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