Tim, corsa a quattro per il vertice

Parta la caccia al voto dei soci, occhi puntati su Vivendi

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tim cda labriola

In casa Tim è in corso la campagna elettorale per catturare il favore dei suoi 200mila soci in vista dell’assemblea che sarà chiamata a rinnovare il consiglio di amministrazione. Un passaggio di governance centrale, perchè strettamente legato al piano di riassetto imperniato sulla cessione della rete al fondo americano in tandem con il ministro dell’Economia.

L’assemblea degli azionisti è in agenda il 23 di aprile e in tutto sono quattro le liste depositate per il rinnovo del board. C’è però un convitato di pietra: il gruppo francese Vivendi, primo socio di Tim con il 23,7% ma attualmente senza alcuna voce sulla gestione.

La prima lista è quella della “continuità” ed è è stata presentata dallo stesso cda uscente, prevede la conferma dell’amministratore delegato Pietro Labriola e la scelta come presidente di Alberta Figari, nota avvocato d’affari del mondo della finanza italiana. Segue quindi in lista Giovanni Gorno Tempini, oggi presidente di Cassa depositi e prestiti, che è il secondo azionista del gruppo tlc.

La seconda lista, quella più temibile per Labriola, è quella del fondo speculativo Merlyn (cui fa capo lo 0,5% del capitale) che punta invece al ribaltone al vertice, candidando come amministratore delegato Stefano Siragusa (ex vice direttore generale di Tim) e alla presidenza l’ingegner Umberto Paolucci, vecchia conoscenza di Microsoft.

In corsa ci sono poi la lista del fondo Bluebell che candida alla presidenza l’esperta di corporate governance Paola Giannotti ma lascia vuota la casella di capo azienda. E la lista dei piccoli soci di Asati che, dopo uno svarione sulle quote rosa, candidano presidente Franco Lombardi. Completano il campo di battaglia per la conquista di Tim le due liste per il collegio sindacale schierate da Assogestioni, cioè dai fondi, e dalla stessa Vivendi.

Il cda uscente ha dato mandato di raccogliere le deleghe di voto alla società specializzata Morrow Sodali. Ma gli occhi sono puntati sui francesi. Il governo ha tentato di portare domani il gruppo transalpino al tavolo con il vertice di Tim, ponendo al centro il tema del Golden power, poiché la rete è un asset strategico per il Paese. Ma, secondo alcune indiscrezioni, Vivendi potrebbe declinare e limitarsi a inviare una missiva con le proprie ragioni.

Qualche settimana fa lo stesso Labriola era stato a Parigi per incontrare Yannick Bolloré, così da chiarire anche come dal riassetto della rete si ricaverebbe “un tesoretto” prezioso anche in vista di eventuali dividendi extra. Ma la cassa potrebbe gonfiarsi ancora di più se passasse il piano di Merlyn che vuole vendere anche le (profittevoli) attività brasiliane e la divisione consumer. Una sorta di “spezzatino”, al termine del quale della attuale Tim resterebbe poco.

Per approfondire leggi anche: Macigno debito, Tim sotto attacco in Piazza Affari. Qui invece come l’acquisto di Vodafone Italia da parte di Swisscom-Fastweb farà ripartire il risiko delle tlc.

Dopo la presentazione del piano industriale presentato da Labriola, il titolo Tim è stato bersagliato dalla vendite arrivando a perdere fino a un quarto della propria capitalizzazione in una sola giornata. Un tonfo di tale portata è molto raro in Piazza Affari, la Consob sta indagando. Vedremo.

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