Tim si libera della rete e dimezza i dipendenti, ora la conversione delle risparmio?

FiberCop passa al fondo americano Kkr, giù il debito. E spunta l’idea di accorpare le azioni

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tim telecom labriola

Parafrasando il nome scelto per il piano industriale, ora Tim è “Libera di correre“. Dopo oltre due anni e mezzo dissipati tra passi falsi e la battaglia legale ingaggiata dal socio francese Vivendi, il gruppo tlc ha venduto la rete fissa.

L’operazione, disegnata dall’amministratore delegato Pietro Labriola, ha prima visto Tim dividersi in due: da un lato la società dei servizi (ServCo), dall’altro appunto quella della rete (FiberCop).

E oggi, con la firma davanti al notaio, l’infrastruttura strategica è passata nelle mani del consorzio Optics BidCo. In cui, accanto al fondo americano KKr che detiene la maggioranza, ci sono il ministero del Tesoro e il fondo sovrano degli Emirati Arabi, quindi Cpp e il fondo F2i.

Ma soprattutto la vendita della rete consente a Tim di liberarsi della soma del debito. La società, infatti, incassa 14,2 miliardi che, spesati i costi dell’operazione, equivalgono a un beneficio di 13,8 miliardi in termini di posizione finanziaria netta.

In sostanza il debito scende da 25 a 7,5 miliardi. In parallelo Tim dimagrisce poi molto sul fronte occupazionale, perchè oltre 19mila dei  37mila dipendenti escono dal suo ufficio del personale per andare a quello di FiberCop.

Da qui l’intenzione di tornare a investire e di tornare a fare shopping già annunciata da Labriola, anche se va detto che la decisione di Tim di rinunciare alla rete rappresenta una scelta isolata nel settore in ambito europeo. I titoli Tim in Borsa hanno chiuso in progresso dell’1,2% a un prezzo di 22,5 centesimi.

Resta da capire se ora Labriola procederà a ridisegnare l’assetto del capitale: sarebbe in fase di valutazione sia un accorpamento delle azioni sia la conversione dei titoli di risparmio. Un obiettivo questo inseguito da anni e una categoria azionaria che appartiene a una stagione ormai trascorsa di Piazza Affari.

In futuro FiberCop dovrebbe invece essere destinata a fondersi con Open Fiber, in questi giorni alle prese con una ricapitalizzazione, per creare un’unica società infrastrutturale. I suoi soci sono Cassa depositi e Prestiti e il fondo australiano Macquarie.

Per approfondire leggi: Ora anche i trucchi di Kiko parlano straniero.

Per guidare FiberCop è stato scelto come amministratore delegato Luigi Ferraris, che lascia quindi il vertice del Gruppo FS, mentre alla presidenza rimane Massimo Sarmi, manager di lunga data del settore.

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