Finanza

Wall Street batte le Borse Ue, ecco perché

palazzi wall street, borsa finanza © Marcus Millo e filrom tramite Canva.com

I listini americani continuano a sovraperformare quelli europei, azzerando i guadagni dello Stoxx 600 registrati giovedì e venerdì. Nonostante il ridotto contributo delle big tech, il Nasdaq 100 ha chiuso invariato ieri, con un modesto +0,05%. Negli Stati Uniti, prosegue la rotazione settoriale supportata da uno scenario “goldilocks”, caratterizzato da consumi forti e previsioni di un taglio dei tassi a settembre, ora considerato certo (100% secondo il CME FedWatch).

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Prima della chiusura dei mercati, il Census Bureau ha rilasciato ieri dati incoraggianti: le vendite al dettaglio di giugno sono rimaste invariate rispetto a maggio, superando le aspettative di un calo dello 0,3%. Inoltre, le vendite di maggio sono state riviste al rialzo, passando dallo 0,1% allo 0,3%. Sebbene i dati di giugno mostrino debolezze marginali, come la riduzione della spesa per i servizi di ristorazione, il secondo trimestre ha visto un incremento solido nella spesa per beni. Questo riflette la resilienza dei consumatori e sostiene una crescita economica continua, seppur a un ritmo più lento rispetto alla fine del 2023.

La sovraperformance americana sui mercati europei è ora a doppia cifra, con un vantaggio del +10,73%.

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Nonostante il calo dei rendimenti dei decennali statunitensi, il settore tecnologico, leader indiscusso del 2023 e 2024, sembra prendersi una pausa, cedendo il passo ad altri settori. L’S&P 500 si avvia verso la striscia più lunga senza cali del 2% dal 2007, segnando ieri la 38ª chiusura positiva dell’anno.

 

 

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Il S&P 500 equal weight (RSP) ha mostrato una performance giornaliera notevole, con un progresso dell’1,77%, la migliore del 2024. In uno scenario “goldilocks”, gli investitori aumentano la propensione al rischio: il Russell 2000, indice delle small cap, è salito del 12% nelle ultime cinque sessioni, un aumento che non si vedeva da aprile 2020. Nello stesso periodo, l’S&P 500 ha guadagnato solo l’1,6%, mentre il Nasdaq 100 è sceso dello 0,3%. Il principale ETF che traccia il Russell ha registrato il secondo afflusso maggiore tra gli ETF azionari la scorsa settimana. I consumi solidi e i tagli dei tassi imminenti sostengono il rally delle small cap, che solitamente risentono maggiormente dei costi di finanziamento elevati a causa del loro maggiore indebitamento rispetto alle large cap.

 

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In Europa, pesano le preoccupazioni economiche della Germania, accentuate da un forte calo dell’indice ZEW di agosto, insieme a una ripresa cinese che stenta a sostenere i titoli europei. Il settore del lusso è stato particolarmente colpito. Hugo Boss ha perso il 7,5% dopo aver riportato un calo delle vendite dell’1% e rivisto al ribasso le previsioni per l’anno. Questo dato riflette le turbolenze dell’intero settore della moda, con Burberry in calo nuovamente dopo il crollo di lunedì, e le maison francesi LVMH, Dior e Kering in difficoltà. Le aziende con maggiore esposizione al mercato cinese, da Nike, Swatch a Kering, hanno registrato performance deludenti. Nonostante le prospettive ancora sfidanti indicate dalle aziende, le minori attese potrebbero rivelarsi un fattore chiave. Maggiori dettagli sono attesi dai risultati di L’Oreal, LVMH e altri giganti del settore, che dovrebbero essere pubblicati entro la fine del mese.

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Il calo del settore del lusso ha avuto un impatto anche sulla ricchezza di Bernard Arnault, fondatore di LVMH, che è sceso dal primo posto nel Bloomberg Billionaires Index, bruciando circa 10,8 miliardi di dollari. Tra i top 10 miliardari, solo Arnault ha registrato una flessione nella sua ricchezza.

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A partire da oggi, il daily sarà sospeso per una breve pausa. Ci rivediamo il 7 agosto.

Gabriel Debach

eToro Italian Market Analyst

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