Fitch taglia il rating del debito americano e da una spallata importante alla credibilità della più importate economia mondiale. Una situazione che ha creato non pochi squilibri e tensioni sul mercato finanziario sia azionario, sia obbligazionario vista la portata della importanza del paese messo sotto scacco da Fitch. Tutti pensano agli Stati Uniti com’è il paese più forte dal punto di vista economico e finanziario il mondo, la vera locomotiva del mondo e invece l’agenzia di rating lo ha vivisezionato citandone tanti aspetti negativi. Nel documento di Fitch, sono tanti i criteri che hanno portato a questa sottovalutazione:
1) Erosione della governance : secondo Fitch, negli ultimi 20 anni si è verificato un costante deterioramento degli standard di governance, anche in materia fiscale e di debito, nonostante l’accordo bipartisan di giugno per sospendere il limite del debito fino a gennaio 2025.
2) Aumento dei disavanzi delle amministrazioni pubbliche: Fitch prevede che il disavanzo delle amministrazioni pubbliche salirà al 6,3% del PIL nel 2023, dal 3,7% nel 2022, riflettendo entrate federali ciclicamente più deboli, nuove iniziative di spesa e un onere per interessi più elevato. Inoltre, si prevede che i governi statali e locali registrino un disavanzo complessivo dello 0,6% del PIL quest’anno dopo aver registrato un piccolo avanzo dello 0,2% del PIL nel 2022. Fitch prevede un disavanzo delle pubbliche amministrazioni del 6,6% del PIL nel 2024 e un ulteriore ampliamento al 6,9% del PIL nel 2025.
3) Aumento del debito delle amministrazioni pubbliche: i disavanzi inferiori e l’elevata crescita del PIL nominale hanno ridotto il rapporto debito/PIL negli ultimi due anni dal massimo della pandemia del 122,3% nel 2020; tuttavia, al 112,9% quest’anno è ancora ben al di sopra del livello pre-pandemico del 2019 del 100,1%. Si prevede che il rapporto GG debito/PIL aumenterà nel periodo di previsione, raggiungendo il 118,4% entro il 2025. Il rapporto debito/PIL è oltre due volte e mezzo superiore alla mediana “AAA” del 39,3% del PIL e ” AA’ mediana del 44,7% del PIL. Le proiezioni a più lungo termine di Fitch prevedono ulteriori aumenti del debito/PIL, aumentando la vulnerabilità della posizione fiscale degli Stati Uniti a shock economici futuri.
Fitch continua con il suo elenco di negatività previsionali passando per la recessione che loro ritengono certa:
L’economia entrerà in recessione: secondo le proiezioni di Fitch, le condizioni di credito più rigide, l’indebolimento degli investimenti delle imprese e il rallentamento dei consumi spingeranno l’economia statunitense in una lieve recessione nel 4° trimestre e nel 1° trimestre. L’agenzia prevede un rallentamento della crescita annua del PIL reale degli Stati Uniti all’1,2% quest’anno dal 2,1% nel 2022 e una crescita complessiva di appena lo 0,5% nel 2024.
Non poteva mancare una considerazione forte sui temi ESG
ESG – Governance: gli Stati Uniti hanno un punteggio di rilevanza ESG (RS) di “5” per stabilità politica e diritti e “5[+]” per Stato di diritto, qualità istituzionale e normativa e controllo della corruzione. Questi punteggi riflettono l’elevato peso che gli Indicatori di Governance della Banca Mondiale (WBGI) hanno nel Sovereign Rating Model proprietario di Fitch. Gli Stati Uniti hanno un’alta classifica WBGI a 79, che riflette i suoi diritti consolidati per la partecipazione al processo politico, la forte capacità istituzionale, lo stato di diritto effettivo e un basso livello di corruzione.
Queste alcune delle considerazioni con cui Fitch ha tagliato il rating statunitense.
Ma nelle stesse ore un altro attacco, di portata e considerazioni diverse ha raggiunto l’altra sponda dell’Oceano, arrivando fino in Italia dove hacker russi hanno messo sotto pressione 5 grandi banche. Un attacco che evidentemente tende a far capire all’Europa quanto il sistema digitale tanto integrato possa tramutarsi in un veicolo importante di fragilità.
Nessun rischio per i correntisti che dovrrebbero far fronte più agli attacchi di phisching che preoccuparsi dei cyberattacchi.
Più preoccupante, invece, ciò che accade al confine tra Polonia e Bielorussia, dove la situazione rischia di farsi incandescente e dove si rischia l’apertura di un nuovo fronte di guerra, questa volta molto più pericoloso visto che la Polonia è un Paese della Nato e che attaccare la Polonia equivarebbe ad attaccare anche tutti gli altri, Italia compresa.
Leopoldo Gasbarro 2 agosto 2023